Banda del bancomat: 43 colpi in sette anni
Metodo e giorni sempre uguali - La mappa

L’analisi di tutti i precedenti degli ultimi sette anni: i malviventi colpiscono in giorni ricorrenti e in aree che garantiscono via di fuga. Guarda l’infografica interattiva con tutti i colpi.

Due indizi sono una coincidenza, tre indizi fanno una prova. Figuriamoci 43, tutti nella stessa provincia e in pochi anni. Non può esserci certezza, ma le modalità d’azione che caratterizzano i colpi esplosivi ai bancomat messi a segno in Bergamasca dal 2012 a ieri notte fanno supporre di essere al cospetto della stessa banda. Organizzatissima, precisa, (quasi) sempre infallibile.

Periodi di intensa attività criminale alternati a pause o trasferimenti in altri territori, zone predilette per garantirsi una veloce via di fuga, giorni ricorrenti come le notti tra il venerdì e il sabato per puntare al colpo grosso. Il mosaico è complesso e solo analizzando i furti nel loro insieme emergono con chiarezza le abitudini strategiche dei malviventi.

Innanzitutto, il metodo: fino a qualche anno fa il sistema più utilizzato era denominato «marmotta», nomignolo perfetto per descrivere l’esplosivo appoggiato alla fessura di uscita delle banconote. Il botto sventrava la cassa e permetteva di raccogliere le banconote svolazzanti proprio come nella scena di un film.

Ma le contromisure di sicurezza studiate dalle banche non si sono fatte attendere. E così ecco spuntare nuove barriere d’acciaio (spesso criticate dai clienti perché scomode), cassette realizzate in materiale sempre più resistente, spessi vetri anti intrusione.

Di pari passo si è evoluta anche la tecnica dei malviventi. L’ultimo esemplare di marmotta consiste in una lunga sbarra di ferro studiata per infilare la carica direttamente all’interno del bancomat e agganciata a una serie di cavi elettrici. Attraverso pinze telescopiche è possibile azionarla da lontano: in questo modo si evita che l’esplosione faccia solo molto rumore senza scalfire la cassa. Con l’audacia però è aumentato anche il rischio. Anche in provincia di Bergamo non mancano casi di colpi sfumati a causa della quantità eccessiva di esplosivo ad alto potenziale che distrugge letteralmente tutto l’ingresso del bancomat e sveglia l’intero paese.

Oltre al metodo, un altro elemento ciclico sono i giorni in cui la banda (o le bande) entrano in azione: in Bergamasca 32 su 43 colpi totali sono stati messi a segno nella notte tra venerdì e sabato tra l’una e mezza e le tre di notte. Il motivo è puramente economico, in quanto quasi tutte le banche caricano gli sportelli automatici il venerdì sera in vista della maggiore e naturale affluenza dei correntisti nel week end. Anche le notti che precedono una festività sono tra le preferite: in provincia di Bergamo hanno colpito l’8 dicembre, a Capodanno, la notte dell’Epifania e il sabato santo che precede il giorno di Pasqua. Da non trascurare anche i periodi dell’anno in cui si concentrano le azioni. Dal 2012 i mesi prediletti sono dicembre, maggio e soprattutto durante la stagione autunnale, addirittura in alcuni casi con tre colpi a notte a cavallo tra la provincia di Bergamo e quella di Brescia. A questi exploit seguono poi periodi di pausa di molte settimane prima del ritorno in azione.

L’ultimo dato ricorrente riguarda le aree: quartieri periferici della città come Colognola, l’hinterland - il botto di Seriate è l’ennesima conferma - la media pianura, l’Isola e in modo meno marcato la Bassa. Anche in questo caso è facile trovare una spiegazione. I malviventi mettono gli occhi su paesi che consentono più vie di fuga attraverso strade su cui è possibile schiacciare sull’acceleratore in libertà. Un tentativo nelle valli, con un’unica via in entrata e in uscita, sarebbe azzardato.

Tutti questi indizi, che formano una vera e propria metodologia, sono stati individuati anche dalle forze dell’ordine. Negli ultimi anni, non solo in provincia di Bergamo, carabinieri e Polizia sono riusciti ad arrestare i componenti di bande provenienti da alcuni campi nomadi del Vicentino e dell’hinterland milanese, ma anche da regioni più lontane come la Puglia.

In questa infografica interattiva è possibile consultare la mappa dei colpi dal 2012 ad oggi, i periodi e i giorni ricorrenti. Cliccando su ogni singola colpo è possibile leggere l’articolo dall’archivio de L’Eco di Bergamo.

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