«Block friday», gli studenti in corteo
per dire no al consumismo

Centinaia di ragazzi in piazzale Marconi per il quarto sciopero globale del clima a Bergamo. Buona la partecipazione, in calo rispetto alle altre edizioni dei Fridays for future. Traffico in tilt.

Il movimento di Fridays for Future torna in piazza in tutto il mondo. Manifestazioni per l’ambiente in centinaia di città italiane e decine di iniziative nelle Università per chiedere risposte immediate alla crisi climatica. Anche a Bergamo centinaia di ragazzi si sono dati appuntamento venerdì 29 novembre in piazzale Marconi intorno alle 9 per dare vita a un corteo diretto a Palazzo della Regione. La partecipazione, sempre molto attiva, non è però numerosa come nelle precedenti tre edizioni dell’iniziativa planetaria per l’ambiente. Il corteo ha preso avvio intorno alle 10 con cartelloni, slogan e musica causando qualche rallentamento sul traffico. Il percorso dei manifestanti si snoda tra via Bonomelli, via Paglia, via Zambonate e via XX Settembre.

Nelle vie del centro i ragazzi hanno sensibilizzato sul tema dell’inquinamento, dello sfruttamento del sottosuolo, del mercato tessile globale. Davanti a Palazzo della Regione un migliaio di giovani, secondo le stime degli organizzatori, ha chiesto di approvare la dichiarazione di emergenza climatica, come già fatto in vari Comuni d’Italia, tra cui Bergamo.

«Sarà una giornata di festa e di lotta – spiegano gli attivisti – durante la quale alzeremo ancora di più la nostra voce, la voce di una generazione che non vuole rassegnarsi, il futuro non è scritto e possiamo riprendercelo». È il quarto sciopero mondiale, dopo quelli del 15 marzo e del 24 maggio e la settimana del 20-27 settembre. La data del 29 novembre è stata scelta proprio in risposta al «Black friday» e perché il 2 dicembre si apre a Madrid l’annuale conferenza sul clima dell’Onu.

«Scendiamo in piazza per farci ascoltare dalle multinazionali – spiegano gli organizzatori del “Block friday” bergamasco – che continuano nella loro ininterrotta distruzione dell’ambiente. Ogni anno producono tonnellate di rifiuti, prodotti inutili, aumentano lo sfruttamento, distruggono habitat per costruirci le loro fabbriche e incentivano un’economia di consumismo anziché un’economia circolare. Tutto questo per guadagnare sempre e sempre di più alle spese del nostro futuro. È proprio in ricorrenza del Black friday, il giorno del consumismo, che noi Fridays for Future abbiamo deciso di farci sentire. Rendiamo il Black friday di quest’anno un segno di protesta verso queste multinazionali, trasformiamo questo Black friday in un Block friday».

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