Bocia, un anno e 6 mesi di sorveglianza
Ma senza obbligo di soggiorno a Bergamo

Il pm Laura Cocucci aveva chiesto 3anni con obbligo di soggiorno per il leader ultrà nerazzurro.

Un anno e 6 mesi di sorveglianza speciale, ma senza obbligo di soggiorno nel comune di Bergamo. Il provvedimento, deciso da consiglio dei giudici presieduto da Vito Di Vita è stato notificato a Claudio Galimberti, detto «Bocia», 42 anni, leader della Curva Nord, nella mattinata di sabato 13 febbraio in Questura. Galimberti dovrà però rimanere a casa dalle 22 alle 6, non frequentare luoghi con pregiudicati né pubbliche manifestazioni. Il pm Laura Cocucci aveva chiesto 3anni con obbligo di soggiorno nel Comune di Bergamo. Una decisione presa sulla scorta dei precedenti penali, definitivi e pendenti, del Galimberti: la misura dell’obbligo di soggiorno è stata ritenuta di fatto inutile e l’avrebbe danneggiato dal punto di vista professionale.

Sono due le denunce che hanno indotto la questura a chiedere la sorveglianza speciale. Secondo le accuse l’8 ottobre scorso il capo ultrà avrebbe preso a schiaffi un giovane che lo aveva rimproverato, dopo averlo sorpreso a imbrattare un muro in Borgo Santa Caterina con la scritta «Digos infami». E la sera del 5 settembre 2015, fresco di notifica di un nuovo Daspo quinquennale per il «caso porchetta», mentre al Comunale l’Atalanta giocava per il trofeo Bortolotti si presentò in questura spalleggiato da un centinaio di ultrà. A quanto pare non ci fu solo un sit-in di protesta: si è appreso infatti che Galimberti sarebbe entrato in questura arrabbiatissimo, minacciando e insultando il dirigente della Digos, Giovanni Di Biase. Comportamento che gli è costato una denuncia per minacce aggravate e oltraggio a pubblico ufficiale. Denunce seguite al l’«avviso orale» che nel mese di giugno il Bocia aveva ricevuto dal questore Girolamo Fabiano.

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