Bossetti colpevole, ergastolo definitivo
Corte di Cassazione conferma la condanna

La sentenza è definitiva. I giudici della Prima sezione penale della Corte di Cassazione hanno confermato la condanna all’ergastolo di Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio, avvenuto il 26 novembre 2010.

Il collegio presieduto dal giudice Adriano Iasillo ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Mariella De Masillis e respinto il corposo ricorso (610 pagine, 23 capitoli) con cui gli avvocati difensori del muratore di Mapello, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, chiedevano l’annullamento della sentenza di condanna rimediata in Corte d’assise a Bergamo e confermata in Appello a Brescia.

Massimo Bossetti era finito in carcere il 16 giugno 2014, dopo che le analisi biologiche stabilirono la piena corrispondenza tra il suo Dna e quello estratto dalla traccia biologica trovata sugli indumenti della vittima, slip e leggings. A questo risultato gli inquirenti arrivarono dopo più di tre anni di indagini, da quando il Dna di “Ignoto 1” venne isolato nei laboratori dei Ris di Parma. Il lavoro congiunto di polizia e carabinieri, coordinati dal pm Letizia Ruggeri, portò all’individuazione del presunto padre dell’assassino, Giuseppe Benedetto Guerinoni, di Gorno, autista di pullman, però deceduto nel 1999. A lungo si ricercò la madre, fino a individuarla all’interno di un elenco di 532 nomi, in buona parte donne emigrate dalla Val Seriana all’Isola Bergamasca, a cui era stato prelevato un campione salivare per il test del Dna. Quella donna si chiamava Ester Arzuffi, la madre di Massimo Bossetti, morta nell’aprile di quest’anno, a 71 anni, a causa di una malattia. Un finto test dell’etilometro permise ai carabinieri di acquisire un campione salivare di Bossetti, che, analizzato, diede la conferma della corrispondenza con Ignoto 1 e fece scattare il fermo.

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