Caro patenti, aumento medio di 180 euro
Per la Bergamasca stangata da 18 milioni

L’applicazione, retroattiva di cinque anni, dell’Iva sui servizi delle agenzie automobilistiche sulla base di una sentenza della Corte di giustizia Ue. Secondo l’Agenzia delle entrate, per la retroattività saranno le stesse scuole guida a dover recuperare l’ammanco dovuto all’Iva. Il presidente di Aci Bergamo, Bettoni: una vergogna.

Chi sta facendo o farà la patente – ma anche chi l’ha presa negli ultimi cinque anni – dovrà pagare l’Iva sulla propria tessera rosa. Il 22% in più, una cifra compresa tra i 160 e i 200 euro per ogni neopatentato che, mediamente, spende circa 1.000 euro tra corso teorico, pratico e prova. Una regola che vale per tutte le categorie, dalla classica patente «b» alla «d» per i camion con rimorchio. Lo ha stabilito l’Agenzia delle entrate sulla base di una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea del marzo scorso secondo la quale le lezioni di scuola guida non rientrerebbero tra gli insegnamenti scolastici o universitari (che invece sono esenti dall’Iva).

Via quindi la revoca dell’esenzione e al rincaro. Solo nella nostra provincia, considerando che ogni anno si registrano ventimila neopatentati (di tutte le categorie), il gettito dovrebbe valere 3 milioni e 600 mila euro (con un aumento medio di 180 euro). Cifra che, se davvero sarà applicato il principio di retroattività nei cinque anni precedenti alla patente, salirebbe a 18 milioni di euro. Secondo quanto previsto dall’Agenzia delle entrate, saranno le stesse scuole guida a dover recuperare l’ammanco dovuto all’Iva, senza indicare le modalità.

Gli operatori sono già sul piede di guerra. In particolare per il carattere retroattivo della misura: «Abbiamo bisogno di tempo per comunicare che il costo è aumentato – sbotta Massimo Flaccadori, presidente del consorzio Abc, che riunisce una trentina di scuole guida bergamasche –. Noi versiamo anche l’Iva, il costo viene sostenuto dal candidato, ma se ci viene dato un lasso di tempo ragionevole per organizzarci. Il problema più grande riguarda la retroattività: come facciamo ad andare a recuperare la clientela di cinque anni e chiedere i soldi? Dovremmo fare da esattori con il rischio di non ricevere nulla e di dover pagare noi. Se così sarà, l’80% delle scuole è destinata a chiudere. Per questo stiamo operando con tutte le forze che abbiamo per trovare una soluzione».

A coordinare le operazioni è Aci. Da quando è scoppiato il caso «caro patenti», dalla sede di Bergamo a quella nazionale è filo diretto: «È una vergogna – chiosa Valerio Bettoni, presidente dell’Automobile club orobico –. Già la situazione è complicata, penso alla nostra Motorizzazione (con il problema della carenza di personale, ndr), questa non ci voleva. Siamo contrari all’aumento, ci stiamo muovendo a 360° per evitarlo». Il direttore Aci Bergamo, Giuseppe Pianura, conta di avere una risposta da Roma entro il fine settimana: «È stata una sorpresa, subito ci siamo mossi, a tutti i livelli, partendo da quello nazionale e coordinandoci con le autoscuole del territorio – spiega Pianura –. Sulla risoluzione dell’Agenzia delle entrate, accoglimento di un’istanza presentata presso la Corte di giustizia europea, ci sono diverse interpretazioni da parte delle associazioni di categoria. È evidente che la retroattività comporterebbe grossissimi problemi: come fare a riprendere gli iscritti e chiedere loro di versare il 22% di Iva? Le scuole guida sono impossibilitate a fare una cosa del genere, impossibile anche dal punto di vista pratico, inoltre creerebbe un esborso proprio da parte delle scuole stesse. C’è inoltre una diversa interpretazione sulla decorrenza dell’aumento dell’Iva: secondo alcune sentenze della Corte europea, non andrebbe applicata da subito, ma dall’anno successivo, quindi dall’inizio del 2020».

In queste ore è in corso un approfondimento normativo, per scongiurare, in particolare, il principio della retroattività: «Aci nazionale ha dato incarico ad un fiscalista, esperto di diritto legale comunitario – conclude il direttore Aci Bergamo, Giuseppe Pianura –. Siamo in attesa di una sua interpretazione e delle disposizioni nazionali per capire come agire nel modo corretto, sempre tenendo conto di quanto già sostengono le associazioni di categoria». Intanto, Codacons, in un comunicato stampa, dà già un suo primo parere sull’aumento del costo della patente. Un rischio che riguarderebbe «esclusivamente chi la conseguirà in futuro – ha spiegato il presidente Carlo Rienzi –. Non è in alcun modo possibile che chi ha già ottenuto il documento di guida negli ultimi cinque anni si veda recapitare alcuna richiesta di pagamento».

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