Cisl: «Si gioca il futuro della provincia»
Promossa l’alternanza scuola-lavoro

«Apprendi nei luoghi nei luoghi di lavoro, acquisisci nuove competenze». L’alternanza scuola - lavoro è un percorso formativo che potenzia l’autonomia scolastica, qualifica l’offerta formativa, esalta la flessibilità, risponde ai bisogni diversi degli alunni, e agisce per la forte valenza orientativa, come mezzo di contrasto alla dispersione scolastica.

Sull’alternanza “Scuola - Lavoro”, la CISL di Bergamo ha avviato un dibattito interno e con le realtà della provincia per studiare le mosse opportune a farne lo strumento più utile per i giovani e per il mondo del lavoro. Nei giorni scorsi, il sindacato di via Carnovali ha incontrato forze sociali, istituzionali e politiche della città per avviare il confronto sulla proposta che la CISL bergamasca avanza da qualche tempo, e cioè la Costituzione di un gruppo di progettazione provinciale che funga da “cabina di regia” in grado di esplicitare in modo condiviso i fabbisogni formativi e professionali in termini di competenze settoriali e trasversali ritenute strategiche per la qualificazione della forza-lavoro e per l’esercizio pieno della cittadinanza, e la struttura organizzativa territoriale a sostegno dei processi di contrasto alla dispersione e di qualificazione delle transizioni tra scuola e lavoro.

Il panorama scolastico e di formazione che questa “cabina” si troverà ad affrontare dovrà per forza di cose partire dalla «agonia del settore istruzione professionale statale che a Bergamo è stato veicolo per il prolungamento dei percorsi scolastici anche per studenti socialmente svantaggiati; dallo spostamento di studenti da istruzione professionale a istruzione tecnica con problemi di ampliamento del gap tra competenze iniziali e traguardi formativi ( più selezione e meno competenze in uscita). Bergamo - ha detto Vanni Stroppa, della task force CISL provinciale per la formazione - recupera gran parte dei ritardi nella scolarizzazione rispetto alla Lombardia e all’Italia, ma, ad esempio, paga un tasso di insuccesso e irregolarità tra il 25 e il 40% e con tassi di dispersione in calo, ma sempre alti rispetto agli obiettivi europei. La scuola è sostanzialmente ferma in termini di innovazione organizzativa, perde la bussola a fronte del dilemma di promuovere senza competenze oppure bocciare. E infine, negli ultimi anni è in crescita anche a Bergamo il tasso di disoccupazione giovanile».

Dal dibattito è emerso che è necessario migliorare il livello complessivo di qualificazione della forza lavoro, evitare espulsioni precoci dal sistema scolastico e produrre nuove esperienze e competenze per l’occupabilità dei giovani. A detta di tutti, infine, non è più rinviabile il miglioramento della capacità del sistema territoriale di rispondere alle sfide della globalizzazione e dell’innovazione tecnologica, organizzativa, economica, sociale

«Non partiamo da zero - ha detto la CISL bergamasca, oltre che con Stroppa, con il segretario generale Ferdinando Piccinini -. Il sistema formativo bergamasco (come risulta da indagini condotte a vario titolo) è in grado di assicurare livelli di preparazione medio- alta e possibilità di inserimento nel mercato del lavoro con livelli accettabili di competenza. Il nuovo impulso allo sviluppo delle competenze nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le sollecitazioni alla promozione di modelli didattici laboratoriali e delle competenze linguistiche fanno sperare in un salto di qualità nella capacità di produrre competenze trasversali importanti per l’occupabilità; Istituzioni scolastiche , forze sociali, enti funzionali e enti territoriali locali, fin dagli anni ottanta, hanno sviluppato significative esperienze nel contrasto alla dispersione scolastica, nello sviluppo di esperienze di alternanza scuola lavoro e di organizzazione degli interventi in rete».

Per affrontare in modo adeguato i problemi critici del sistema formativo bergamasco (contrasto alla dispersione, sostegno alla scolarizzazione, sviluppo di nuove competenze, qualificazione delle esperienze di alternanza, riduzione del “confronto impari” tra domanda e offerta di lavoro), la CISL propone a tutte le istituzioni e forze sociali del territorio di fare squadra, «abbandonando i residui di autoreferenzialità presenti nelle pratiche istituzionali di ogni soggetto. Si tratta di immaginare la possibilità di creare un nuovo sistema di governance territoriale che raccordi il sistema formativo con la ricchezza del tessuto economico, produttivo, istituzionale, sociale e culturale locale, mettendo in comune esperienze, risorse professionali, capacità di attrarre finanziamenti e sviluppare sinergie. Per fare ciò occorre che tutti i soggetti locali vogliano e sappiano costruire una coalizione in grado di rivendicare autonomia progettuale e organizzativa, di confrontarsi con i livelli istituzionali superiori (Regione Lombardia, Miur, Europa), per poter rispondere in modo mirato agli specifici bisogni formativi e occupazionali dell’area territoriale di riferimento utilizzando in modo sinergico tutte le risorse e le opportunità che una specifica formazione socio-territoriale è in grado di generare».

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