Coldiretti Bergamo: «Troppo asfalto»
Bruciati 351 km quadrati di territorio

I dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra): fino al 2017 nella Bergamasca ogni abitante ha perso 316 metri quadrati di territorio. Gli agricoltori: «Serva una programmazione lungimirante e prima di coprire in modo irreversibile altro suolo cemento si potenzino le infrastrutture disponibili».

La corsa del consumo di suolo nella Bergamasca è inarrestabile. Attraverso il confronto di alcune fotografie scattate da Google Earth a distanza di circa un decennio, Coldiretti Bergamo evidenzia la progressiva erosione che ha subìto la campagna a livello provinciale, in particolare quella più fertile della pianura.

«Sono immagini che parlano da sole – spiega il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio -: un prima e dopo impressionante, che mostra come l’asfalto della Brebemi abbia letteralmente divorato la campagna. Noi agricoltori che consideriamo la terra un bene prezioso, fondamentale per il nostro lavoro, non possiamo restare indifferenti di fronte a questo monito e ci auguriamo che lo stesso facciano i cittadini consapevoli che la disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e ambientale».

La preoccupazione espressa da Coldiretti Bergamo arriva in un momento in cui si stanno prendendo decisioni importanti e delicate sul tema delle infrastrutture a livello provinciale.

«Come abbiamo più volte sottolineato – prosegue Brivio – siamo attenti e sensibili alle problematiche del traffico e della mobilità, ma riteniamo che serva una programmazione realmente lungimirante e che prima di coprire in modo irreversibile altro suolo con asfalto e cemento sia necessario potenziare le infrastrutture già disponibili. Stiamo riscontrando che manca una presa di coscienza attenta e puntuale rispetto agli scenari che stiamo delineando per il nostro futuro e per quello delle generazioni a venire».

Fino al 2017 (ultimo dato Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nella Bergamasca sono stati «bruciati» 351 chilometri quadrati di suolo, vale a dire che ogni abitante ha irrimediabilmente perso 316 metri quadrati di territorio.

Nell’arco di una generazione l’Italia ha perso il 28% dei propri campi coltivati a causa della cementificazione e dell’abbandono, che ha ridotto la superficie agricola utilizzabile a circa 12,8 milioni di ettari. Secondo un recente studio dell’Istat, l’Italia è al sesto posto fra i Paesi europei con la maggiore incidenza (6,9%) di superfici sepolte sotto asfalto e cemento subito dopo Malta (23,7%), Paesi Bassi (12,1%), Belgio (11,4%), Lussemburgo (9,8%) e Germania (7,4%).

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