Colognola, la chiave in un capello
È stato trovato nelle mani di Daniela

Gli inquirenti stanno lavorando su questo reperto. Ha il bulbo quindi si potrebbe risalire al Dna. Attesi gli esiti degli esami. Ha tentato una reazione: c’è un taglio su una delle mani.

La chiave del delitto era forse in mano alla vittima. È tra le dita di Daniela Roveri - la donna uccisa a Colognola il 20 dicembre - che la polizia scientifica ha trovato un capello, non si esclude finito lì come risultato del tentativo di difesa. Dunque, quel reperto biologico potrebbe appartenere all’assassino, anche se il condizionale è per ora d’obbligo, dal momento che sono in corso le analisi. I cui esiti potrebbero da qui in poi orientare l’inchiesta condotta dalla Mobile e coordinata dai pm Fabrizio Gaverini e Davide Palmieri.

Gli inquirenti sono abbottonati: di più dall’indagine non filtra. Non è, ad esempio, dato sapere (chi indaga ne è invece probabilmente a conoscenza) se il capello sia maschile o femminile. Quasi certo, invece, che sia dotato di bulbo, e questo è un elemento fondamentale: perché dal bulbo si può estrarre il Dna, che per gli investigatori diventerebbe il perno attorno a cui far ruotare l’inchiesta. Col profilo genetico in mano, gli investigatori - attraverso la comparazione - potrebbero restringere sensibilmente la rosa delle persone su cui indagare: e cioè, escludere figure su cui finora si sono addensati i sospetti.

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