Commercio, la sfida del sindaco Gori:
«Riporterò i bergamaschi in centro»

Non è facile convincere Giorgio Gori a parlare del «grande malato», quel centro che ha rappresentato uno dei temi portanti della campagna elettorale e che è rimasto uno degli spunti di dibattito più vivaci anche in questi primi due anni di mandato.

Una ritrosia quella del sindaco di Bergamo motivata soprattutto dalla volontà di portare fatti concreti, medicine che non siano solo palliativi, ma terapie efficaci e durature. Poche chiacchiere, ma fatti concreti, per sintetizzare la linea del primo cittadino. Una volta vinto il suo riserbo, scopri però che le novità all’orizzonte non mancano – più sul piano strategico che tattico – e che il grande malato non sta certo bene, ma non è nemmeno in fin di vita. E che parlarne in fondo non fa male a nessuno. Anzi.

Sindaco Gori, allora, come sta il centro?

«Sicuramente non è più quello di una volta. Ha perso la sua funzione aggregativa, anche se questa è più una percezione che un dato oggettivo».

In che senso?

«Accanto al dato indiscutibilmente negativo dei 150 negozi sfitti all’interno del Duc, il Distretto unico del commercio, l’indagine qualitativa commissionata dallo stesso distretto a Trade Lab, ha offerto elementi assolutamente positivi: l’85 per cento degli intervistati, ad esempio, considera il centro come un luogo di rilevante funzione sociale, altamente vivibile e attrattivo. La vera criticità è data dallo scarso appeal commerciale: si salvano alimentari e somministrazione, ma per gli altri settori il cosiddetto tasso di evasione, e cioè il saldo tra i flussi di chi entra e chi esce dalla città per gli acquisti, è negativo. E su questo la grande distribuzione nell’hinterland ha giocato un ruolo fondamentale».

Questa è l’analisi, ma come si affronta la situazione: a che punto è ad esempio il concorso per il centro di cui si parla ormai da anni?

«Il concorso di architettura sarà il punto di arrivo di un percorso ormai in fase avanzata e servirà a individuare delle soluzioni formali dopo aver deciso che strada prendere. Dobbiamo cioè definire elementi di carattere strutturale in modo che il centro torni a essere un luogo attrattivo per le imprese e per i cittadini».

© RIPRODUZIONE RISERVATA