Condannato per le offese a Napolitano
Mattarella concede la grazia a Bossi

Al Senatùr furono inflitti 18 mesi di reclusione dal Tribunale di Bergamo per aver apostrofato l’ex presidente della Repubblica chiamandolo «terùn» alla «Berghem frecc» di Albino (2011). Le motivazioni del decreto. Bossi: sono contento, ringrazio Mattarella.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato un decreto di concessione della grazia in favore di Umberto Bossi. Lo ha reso noto giovedì 5 dicembre il Quirinale. L’atto di clemenza individuale ha riguardato la pena detentiva ancora da espiare (un anno di reclusione) inflitta per il delitto di offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica (il vilipendio, articolo 278 del Codice penale), in riferimento a fatti commessi nel 2011 ad Albino. Nella nota del Quirinale si ricorda che a seguito di provvedimento della magistratura di sorveglianza Bossi è stato affidato in prova al servizio sociale. «Nel valutare la domanda di grazia, in ordine alla quale il ministro della Giustizia a conclusione della prevista istruttoria ha formulato un avviso non ostativo, il presidente della Repubblica ha tenuto conto del parere favorevole espresso dal Procuratore generale, delle condizioni di salute del condannato, nonché della circostanza che in relazione alle espressioni per le quali è intervenuta la condanna il presidente emerito Giorgio Napolitano – si legge ancora nella nota – ha dichiarato di non avere nei confronti del condannato “alcun motivo di risentimento”».

LA VICENDA

Bossi dato del «terùn» all’ex presidente Napolitano durante il suo comizio sul palco della festa invernale della Lega Nord, la «Bèrghem frecc» di Albino, nel dicembre del 2011. Facendo anche battute nei confronti dell’allora premier Mario Monti. Per questo il fondatore della Lega, Umberto Bossi era stato condannato dal Tribunale di Bergamo a 18 mesi di reclusione per vilipendio del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio dei ministri.

Quella sera il Senatùr stava parlando dal palco della festa provinciale del Carroccio bergamasco: «Abbiamo subìto anche il presidente della Repubblica che è venuto a riempirci di Tricolori, sapendo che non piacciono alla gente del Nord», aveva detto Bossi, che aveva quindi alluso alle origini partenopee dell’ex capo dello Stato. «Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terùn», aveva detto accennando il gesto delle corna con la mano destra.

Il comizio era stato filmato e poi trasmesso sia da televisioni sia su Youtube, e molti cittadini (oltre un centinaio) da tutta Italia avevano presentato denunce contro Bossi: alcuni di loro erano anche stati sentiti come testimoni nel corso del processo a Bergamo. Bossi era stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver offeso l’onore e il prestigio del capo dello Stato, oltre che di vilipendio alle istituzioni con l’aggravante della discriminazione etnica.

LE REAZIONI

«Sono molto contento, ringrazio sia il presidente della Repubblica Mattarella che il presidente Napolitano. Ringrazio inoltre la Magistratura di sorveglianza di Brescia che nelle more del provvedimento di grazia mi aveva autorizzato a svolgere le mie funzioni di parlamentare», ha dichiarato Bossi commentando la grazia concessa dal presidente Mattarella. «Ringrazio il presidente della Repubblica per aver ancora una volta dimostrato la sua umanità firmando l’atto di grazia per Umberto Bossi. Ha fatto un grande gesto, sotto l’aspetto umano e della giustizia. Sono davvero contento». ha affermato il senatore Roberto Calderoli.

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