Gallera: dal premier parole inaccettabili
Conte: non è il momento delle polemiche

«Una dichiarazione inaccettabile da una persona ignorante, perché ignora assolutamente quali erano e sono i protocolli definiti dall’Istituto Superiore di Sanità. Noi abbiamo seguito pedissequamente ciò che era stato determinato dall’ISS e le linee guide del Ministero».

Queste le parole di Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia, ad Agorà su Rai Tre, con riferimento alle dichiarazioni del premier Giuseppe Conte di lunedì 24 febbraio sul presunto mancato rispetto dei protocolli all’ospedale di Codogno sul coronavirus.

«Il problema è che il Presidente del Consiglio non conosce i protocolli e getta la palla in tribuna per coprire delle falle gigantesche di un sistema di protezione Civile nazionale che non sta dando alcun tipo di risposte ai problemi organizzativi e gestionali che avrebbero dovuto prevedere e predisporre», ha aggiunto Gallera, che ha sottolineato: «Ormai sta emergendo la totale incapacità del Governo di gestire qualcosa che loro dovevano prevedere».

«Noi veniamo in maniera ignobile attaccati da un Presidente del Consiglio che non sapendo di cosa parla dice che noi non seguiamo i protocolli, quando ragione Lombardia i protocolli non solo contribuisce a livello nazionale a realizzarli, ma li segue in maniera puntuale».

La polemica è scoppiata lunedì con il premier Conte che aveva detto di sospendere «iniziative autonome non giustificate», andando «in ordine sparso», perché si rischia di far danno. Il coordinamento con le Regioni è uno dei tasti più delicati nella gestione dell’emergenza, tanto che Conte decide di istituire un tavolo permanente: «Ad agire in autonomia si rischia il caos», avverte anche il ministro Francesco Boccia.

«Irricevibile e per certi versi offensiva», ha replicato in serata il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nel giudicare l’ipotesi del premier di contrarre le prerogative dei governatori in materia di sanità. «Parole in libertà - aggiunge Fontana - che mi auguro siano dettate dalla stanchezza e dalla tensione di questa emergenza».

«Non è il momento delle polemiche, dobbiamo lavorare, le polemiche non mi interessano» replica martedì mattina il premier Giuseppe Conte alla Protezione Civile. «Sono fiducioso - ha aggiunto - perché tutti i presidenti si sono dimostrati disponibili alla collaborazione. Ce la faremo lavorando tutti insieme con l’obiettivo unico che è quello della salute dei cittadini. Quindi no a drammatizzazioni o allarmismi, dobbiamo agire per contenere il disagio» ha aggiunto.

«Non dobbiamo pensare che sia una catastrofe che non si può affrontare, anzi è un’emergenza che si può affrontare e che stiamo affrontando mettendo in campo tutte le misure adeguate e proporzionate che confidiamo possano avere effetti di contenimento» ha concluso, parlando anche di economia: «Ci predisporremo anche per reagire all’emergenza economica. Facendo sistema offriremo una risposta anche sul piano economico incredibile».

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha risposto alle accuse del premier Conte sulle responsabilità di un ospedale di non aver rispettato i protocolli contribuendo a dar vita al focolaio di coronavirus (sottintendendo quello di Codogno): «Peccato che noi abbiamo seguito, purtroppo - ha sottolineato - i protocolli che ci venivano dati dal Governo. Se avessimo fatto quello che noi come governatori proponevamo, le cose non sarebbero andate cosi. Io sono stato zitto finora, ho accettato che si tacesse, però se accusano il sistema sanitario lombardo, allora non posso più tacere».

Il presidente ha aggiunto: «Noi avevamo proposto un mese prima che scoppiasse l’epidemia di essere messi nelle condizioni di aumentare i controlli, di mettere in quarantena tutti gli studenti che rientravano dalla Cina. Siamo stati accusati di essere razzisti, di voler diffondere il panico. Il presidente del Consiglio disse in quell’occasione “fidatevi di me, ci penso io”. Allora ora non può dire che siamo noi i responsabili. Io queste cose non le avrei mai ricordate - ha concluso Fontana - ma se si mette ad accusare le Regioni, significa che sta seguendo un’altra strategia. È la strategia della disperazione. Probabilmente sta cercando di attaccare altri per cercare di sviare l’attenzione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA