Covid, in 4 mesi 53mila bergamaschi guariti. Un «serbatoio» per l’autunno

Omicron L’ondata estiva del virus che sta contagiando un elevato numero di persone dovrebbe offrire una sorta di immunità in vista dell’eventuale recrudescenza nei prossimi mesi.

Immunità è la parola chiave. Lo è sin da quando si uscì dalla prima ondata, con la caccia ai test sierologici per capire se si avessero gli anticorpi da guarigione. Poi, arrivato il vaccino, è stato grazie a quell’iniezione che si è costruita la prima grande copertura immunitaria, rafforzata poi dalla terza dose. Quest’ondata estiva del virus, ampia nell’estensione ma contenuta negli effetti clinici, potrebbe tra l’altro consegnare una sorta di utile «serbatoio» in vista dell’autunno. Come noto, la guarigione dall’infezione lascia un’eredità immunitaria; non troppo lunga, vero, ma comunque efficace per evitare le manifestazioni più severe della malattia anche in caso di contagio. È perciò utile guardare a quanti sono i bergamaschi recentemente guariti dall’infezione: circa 53mila negli ultimi quattro mesi. L’intervallo non è casuale, perché quattro mesi (120 giorni) sono l’intervallo infine adottato tra la seconda e la terza dose (e poi tra la terza e la quarta dose, nelle fasce in cui il second booster è già possibile): i 120 giorni, in pratica, sono quel cuscinetto temporale in cui la protezione della malattia issa ancora una barriera importante contro contagio e malattia, dopodiché è utile una nuova somministrazione del vaccino.

Tutti contagiati con Omicron

Gli oltre 50mila guariti in Bergamasca negli ultimi quattro mesi si sono contagiati tutti con Omicron, che circola ormai dalla seconda metà di dicembre. Più precisamente, a marzo ha iniziato a essere predominante Omicron BA.2, che aveva innescato una piccola ondina proprio tra marzo e aprile: Omicron 3 non ha mai attecchito, ora quasi tutte le infezioni sono invece riconducibili a Omicron BA.4 e soprattutto Omicron BA.5. L’alto tasso di reinfezioni, superiore anche in Lombardia al 10%, indica che nemmeno la pregressa guarigione dà la certezza di evitare il contagio, ma in ogni caso la protezione contro le manifestazioni più sintomatiche della malattia resta garantita.

«L’alto tasso di reinfezioni, superiore anche in Lombardia al 10%, indica che nemmeno la pregressa guarigione dà la certezza di evitare il contagio»

Il «muro» del vaccino

Con un’estate all’insegna del contagio, è probabile che all’appuntamento dell’autunno ci si presenterà con una quota consistente di bergamaschi con una recente guarigione dal Covid, e dunque con una copertura di nuovo alta. Una barriera, questa, che andrà ad affiancarsi al muro ben più ampio del vaccino: a martedì, secondo la Regione, erano 942mila i bergamaschi che hanno completato il ciclo vaccinale primario (prima+seconda dose, o dose unica), di cui 763.615 anche con la terza dose.

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