Covid in Bergamasca, indice Rt a 1,2
Più alto in città, calo nella Bassa

I numeri forniti nel consueto incontro tra Ats e sindaci. Il dato complessivo è sceso di un punto decimale.

Un punto decimale. Il calo è contenuto, ma c’è. L’Rt, l’indice di replicazione diagnostica del virus in Bergamasca, flette: il dato consolidato all’11 gennaio s’è infatti ribassato all’1,2, rispetto all’1,3 dell’8 gennaio.

È uno dei temi evidenziati ieri nella consueta call tra l’Ats di Bergamo e i sindaci del territorio, la prima dopo la pausa natalizia. Giorni cruciali, quelli, di cui s’è restituita una fotografia accurata, con parecchi numeri in filigrana. Come l’indice di positività, cioè il rapporto tra casi positivi e tamponi: nel periodo tra 4 e 10 gennaio s’è alzato attorno al 7%, perché si sono contati 647 nuovi casi su un totale di 9.308 «bastoncini». Si tratta di un lieve rimbalzo, dal 30 novembre l’indice era stabile al 6%; sono però aumentati anche i tamponi effettuati, +1.500 in una settimana. Il Servizio epidemiologico aziendale ha anche proposto la proiezione dell’Rt nei tre distretti in cui è suddiviso il territorio dell’Ats: il distretto di Bergamo, che comprende la città, parte dell’hinterland e i dintorni della Val Brembana, ha superato l’1,5 (anche perché si è segnalato un focolaio in carcere, con 114 casi al 14 gennaio): è attorno a 1 nel distretto Bergamo Est e sta scendendo verso l’1 nel distretto di Bergamo Ovest (la Bassa).

Una situazione di stabilità si ravvisa sul fronte dei ricoveri e degli accessi ai pronto-soccorso. Se i numeri restano bassi, soprattutto rispetto ad altri territori anche contigui (Brescia, per esempio), non s’è visto un ulteriore raffreddamento della curva. «La vera scommessa di oggi è innanzitutto la campagna vaccinale Covid – ha spiegato Massimo Giupponi, direttore generale dell’Ats, durante la call –, al momento avviata sul mondo della sanità e che, a seguire, riguarderà gli over 80, circa 70.000 persone, target per il quale si renderà probabilmente necessaria l’attivazione di sedi esterne territoriali. Verrà quindi recuperato tutto il lavoro avviato per le vaccinazioni antinfluenzali, un lavoro importante, che è stato possibile grazie alla collaborazione di tutti i sindaci». Al vaglio, sulla scorta dell’esperienza dell’antinfluenzale e dei test rapidi, c’è la strutturazione di una rete territoriale con 20-25 sedi: «Anche per la vaccinazione Covid puntiamo a un’ampia copertura – aggiunge Arrigo Paciello, del responsabile del Servizio farmaceutico di Ats -. Considerate le due somministrazioni, serve un grande sforzo organizzativo». Marcella Messina, presidente della Conferenza dei sindaci, ha riferito della call di ieri con Letizia Moratti, neoassessore al Welfare: «La richiesta dell’assessore Moratti è quella di proseguire con questa grande sinergia per garantire la vaccinazione Covid, la priorità per Regione Lombardia. La collaborazione dei Comuni sarà importante anche per la riforma della Legge 23, che verrà rivista nei prossimi mesi».

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