Covid, ricoveri in calo: la Bergamasca sotto quota 300

In un mese sono ben 425 i pazienti che hanno lasciato gli ospedali della nostra provincia. Spada: «Le Terapie intensive si svuotano però più lentamente». Sabato 8 maggio si sono registrati 157 positivi e due decessi.

Il calo dei ricoveri non conosce sosta: altri 119 degenti in meno nelle ultime 24 ore in regione e un’ulteriore riduzione di 8 unità in provincia, dove si è scesi sotto la soglia dei 300 ricoverati (293, di cui 45 in Rianimazione) e sono ben 425 i pazienti Covid che hanno lasciato gli ospedali bergamaschi in un mese (8 aprile-8 maggio). Una riduzione progressiva, cui non corrisponde però una decisa virata verso il basso dei contagi: ieri altri 157 positivi nella Bergamasca (130 e 242 nei giorni precedenti) e 1.584 nel territorio regionale (1.759 venerdì), numeri sempre da monitorare sebbene il tasso di positività oscilli intorno al 3% da cinque giorni (ieri 3% sulla base di 52.497 tamponi processati). Resta alto invece il dato dei decessi: altri 43 in Lombardia (25 il giorno prima), di cui 2 nella nostra provincia (venerdì nessuna vittima).

Il chirurgo Paolo Spada (Humanitas Rozzano), curatore del report dettagliato «Pillole di ottimismo» sui dati del Covid, inquadra così i numeri complessivi, partendo dai ricoveri: «Il calo delle ospedalizzazioni è evidente. Tuttavia bisogna distinguere tra i reparti ordinari, dove si è scesi sotto i 3 mila ricoverati (ieri 2.850, ndr) con una riduzione giornaliera consistente, e le Terapie intensive che si svuotano più lentamente (ieri un solo degente in meno; sono 490 i letti occupati, ndr). La terza ondata ha spostato leggermente verso il basso l’età media dei ricoverati, coinvolgendo più giovani. Quelli con un quadro clinico severo in Terapia intensiva hanno un decorso mediamente più lungo rispetto agli anziani e ciò incide sullo svuotamento rallentato in area critica. Nelle precedenti ondate i reparti ordinari erano pieni di anziani, oggi di meno grazie anche alla campagna di vaccinazione massiva che sta proteggendo i soggetti più vulnerabili». Sui contagi: «I numeri vanno analizzati su base settimanale – aggiunge Spada –, le fluttuazioni giornaliere non sono rilevanti. Nell’ultima settimana si è registrato comunque un calo dell’11% di positivi nella Bergamasca (rispetto ai sette giorni precedenti) e del 22,4% in Lombardia. L’incidenza di nuovi positivi ogni 100 mila abitanti è pari a 104 in regione e 86 nel territorio orobico, numeri ben distanti dalla soglia di allarme (250). Le cifre inoltre ci restituiscono molte positività a bassa soglia, che vengono conteggiate ma poco significative. Ho la sensazione che si inizino a vedere gli effetti di due fattori fondamentali: il clima e le vaccinazioni. Stiamo ora godendo delle prime fasi della vaccinazione, ma bisognerà aspettare almeno un mese per vedere effetti duraturi sulla curve dei contagi e dei decessi».

Un accenno poi alla Bergamasca: «È un territorio che ha sofferto tanto, ma dopo la prima drammatica ondata di fatto non ha avuto più una esposizione importante, con una curva di incidenza molto contenuta. Ora non bisogna abbassare la guardia: la popolazione non vaccinata è ancora numerosa». I 293 degenti Covid bergamaschi (erano 776 il 1° aprile, di cui 87 in Terapia intensiva) sono così distribuiti: al «Papa Giovanni» sono 52 i degenti, di cui 34 nei reparti ordinari e 18 nelle Terapie intensive; cinque ricoverati in meno negli ospedali dell’Asst Bergamo Est (71 pazienti Covid): 23 a Seriate (di cui 6 in Terapia intensiva), 9 ad Alzano, 16 a Piario, 7 a Lovere e 16 a Gazzaniga; negli ospedali dell’Asst Bergamo Ovest venerdì erano 60 i pazienti Covid, 49 a Treviglio (7 in Terapia intensiva su 17 posti disponibili) e 11 nel plesso di Romano; un ricoverato in meno al Policlinico di Ponte San Pietro, dove sono 52 i degenti Covid (di cui 5 in Terapia intensiva, uno in più), e sono 3 quelli in Terapia intensiva al Policlinico San Marco; all’Humanitas Gavazzeni venerdì erano ricoverati 28 Covid, di cui 6 in Terapia intensiva; numeri invariati all’Istituto Palazzolo (27 Covid); l’Istituto clinico Quarenghi di San Pellegrino e la Casa di cura San Francesco sono Covid free.

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