Esselunga, intesa sul lavoro domenicale
Coinvolge 800 lavoratori in bergamasca

Sindacati e azienda hanno firmato l’accordo per 23mila lavoratori in tutta Italia.

Quella che dal gennaio 2016 era una sperimentazione riservata solo ad alcuni punti vendita (anche bergamaschi) da oggi è accordo in tutt’Italia: dopo l’ultimo confronto tra azienda e sindacati, è stata siglata a Bologna l’intesa sulla gestione del lavoro domenicale nei supermercati Esselunga. I contenuti dell’accordo riguarderanno 23mila lavoratori in tutto il paese, 800 nei sei punti vendita della bergamasca (via Corridoni, Celadina e via San Bernardino, Curno, Nembro, Stezzano).

Questo il commento della Cgil di Bergamo: «L’eccesso di liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali, prodotto a partire dal 2011 dalle disposizioni del Governo Monti, non si è rivelato utile né ai lavoratori né al mercato, ma ha prodotto solo un peggioramento delle condizioni di lavoro delle persone” ha commentato oggi Mario Colleoni, segretario generale della FILCAMS-CGIL provinciale che, insieme a Roberto Lazzari, delegato sindacale di Esselunga Curno, è stato presente alla firma di Bologna. “Una Proposta di Legge di rivisitazione del Decreto Salva Italia è ferma in Parlamento da anni: chiediamo che veda finalmente la luce e che eviti aperture indiscriminate 24 su 24 per 7 giorni su 7, dal momento che queste modalità di lavoro non hanno portato alcun miglioramento dei consumi né della qualità occupazionale».

«Il Modello Esselunga è conseguenza delle rigidità dettate proprio da quel modello Salva Italia: con questo accordo si riesce di fatto a definire una programmazione nel lavoro domenicale che consente ai dipendenti di gestire in maniera meno difficoltosa i propri turni” prosegue il sindacalista. “Rimarchiamo il fatto che il miglioramento del principio solidaristico fra lavoratori obbligati e non obbligati (a lavorare di domenica, secondo il proprio contratto), in mancanza di una rivisitazione della legislazione, consentirà di ridistribuire il sacrificio fra più persone e generazioni. Rimane inteso che nel contesto sociale attuale sembra, purtroppo, più rilevante la necessità di consumare a tutti i costi rispetto al sacrificio vissuto dalle migliaia di lavoratrici e lavoratori che spesso sono per lo più donne, madri e part-time. Accordi come questo non rappresentano certo la panacea di tutti i mali ma possono essere utili alla conciliazione tra vita privata e lavoro».

L’intesa conferma il principio solidaristico che consentirà ai lavoratori con domenica obbligatoria di avere da 3 a 5 domeniche libere certe in un anno (saranno invece da 2 a 3 per i lavoratori part-time). Viene, poi, confermata l’esclusione dalla programmazione del lavoro domenicale di padri e madri di bambini sotto i tre anni e di lavoratori che assistono persone disabili o con patologie gravi e continuative.

«L’elemento più qualificante di questo accordo” prosegue Colleoni, “è che si introducono maggiorazioni per coloro che hanno per contratto la domenica lavorativa obbligatoria, prevedendo un riconoscimento che può arrivare fino al 40% di salario in più, condizione migliorativa rispetto alla contrattazione nazionale (da Contratto nazionale è, infatti, il 30% in più). Ricordiamo, poi, che per i lavoratori con domeniche facoltative le maggiorazioni arriveranno fino all’80%».

In caso di assenza per malattia che impedisca l’effettuazione di una domenica in calendario, la stessa non verrà più riprogrammata. Le assenze per infortunio e malattia superiore ai 12 giorni consecutivi saranno considerate utili ai fini del conteggio del numero delle domeniche massime lavorabili. I lavoratori part-time senza obbligo di prestazione domenicale potranno concorrere alla definizione del presidio chiaramente su base volontaria. Sarà, infine, previsto un incontro semestrale nei singoli punti vendita con le organizzazioni sindacali e i delegati sindacali per monitorare e verificare le reali esigenze organizzative su questo tema. La RSU potrà esercitare un monitoraggio completo attraverso l’acquisizione di tutti i dati necessari, nonché intervenire in caso di anomalie nella programmazione del lavoro domenicale e di problemi individuali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA