Fabio e Roberto, una tragica fatalità
La montagna e l’Atalanta le loro passioni

Ha probabilmente ceduto il terreno o forse il piede è scivolato sulla neve marcia, mentre stavano percorrendo una cresta, a 3.500 metri di quota. Uno dei due ha perso l’equilibrio e ha trascinato con sé il compagno di cordata lungo un precipizio di 300 metri che non ha concesso scampo.

Sono morti così domenica mattina 3 luglio Fabio Noris, di 35 anni e Roberto Rota di 37, entrambi di Bergamo, due tipi con molte cose in comune: dalla montagna al lavoro (entrambi giardinieri), fino all’Atalanta (erano due volti noti della Nord e ieri il gruppo facebook degli ultrà nerazzurri «Sostieni la Curva» era listato a lutto e invitava i followers a un rispettoso silenzio). Una tragica fatalità, capitata sulla via Normale del Monte Disgrazia, sulle Alpi Retiche della Valtellina, a due giovani molto esperti di montagna.

Chi ha avuto il compito di recuperarne le salme, parla di equipaggiamento di ottimo livello. Insomma, non due sprovveduti che se la sono andata a cercare. Erano entrambi esperti e conoscevano i «rischi del mestiere». Insieme avevano affrontato diverse cime di casa nostra e anche oltre. Il Disgrazia, insomma, era certamente alla loro portata.Con loro c’erano Alessandro Rota, 27 anni, di Almè, fratello di Roberto, e Alessandro Pezzoli, 36 anni, residente in città, che però avevano scelto di non salire in vetta e di attendere i compagni al rifugio Ponti, dove avevano passato l’ultima notte.

I due giovani amavano la vita all’aria aperta. Entrambi lavoravano nel giardinaggio. Fabio si era anche laureato in Agraria. Fabio lascia una famiglia numerosa, con due fratelli e una sorella. Roberto lascia, oltre al fratello Alessandro che ieri si trovava anche lui sul Disgrazia, la compagna Giulia e una bimba piccola.

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