Fondi per i «buoni spesa» in Bergamasca
Ecco quanto spetta ad ogni Comune

Ai Comuni bergamaschi arrivano le risorse per sostenere nell’immediato le famiglie in difficoltà. I sindaci: «Ma alla nostra provincia serve di più».

Li hanno chiamati contributi «per l’emergenza alimentare», ma almeno in provincia di Bergamo i 6,2 milioni in arrivo da Roma serviranno per garantire un sostegno complessivo, non solo per la spesa, alle famiglie in difficoltà.

Spetta ad ogni Comune bergamasco decidere come distribuire il fondo assegnato da un’ordinanza della Protezione civile in due quote: l’80% è riparametrato in base alla popolazione, l’altro 20% si concentra nelle zone più in difficoltà in base al parametro della distanza fra il reddito pro capite del Comune e quello medio nazionale. Giusto per dare qualche numero, in provincia di Bergamo arriveranno in totale 6 milioni 265 mila euro e spiccioli sui 400 milioni stanziati a livello nazionale. Palafrizzoni avrà il contributo più consistente con 642 mila euro, seguono poi Treviglio (159 mila euro), Seriate (134 mila), Romano di Lombardia (128 mila), Dalmine (125 mila) e via via fino a Piazzolo, ultimo con soli 600 euro.

L’INFOGRAFICA

Quanto spetta alle famiglie? L’ordinanza non fissa il valore del buono. I criteri di assegnazione saranno decisi da ogni Comune anche in base alle esigenze del territorio. La misura è stata pensata per garantire un sostegno da almeno 300 euro, quindi non a pioggia, ma secondo paletti stabiliti dalle singole amministrazioni.

I soldi dovranno bastare fino al 15 aprile 2020, giorno in cui dovrebbe cominciare l’erogazione dei 600 euro per la fasce deboli previsti dal «Cura Italia». A Bergamo, ad esempio, tra le ipotesi a cui l’assessorato ai Servizi sociali ha già iniziato a lavorare c’è la distribuzione del sostegno a circa duemila famiglie, a cui andrebbero poco più di 300 euro. Non è escluso che qualche amministrazione possa decidere di varare dei mini contributi da 25 o 50 euro a famiglia.

«È un primo passo utile per le persone che sono in grande difficoltà e fanno fatica a fare la spesa - spiega Davide Casati, sindaco di Scanzorosciate e segretario provinciale del Pd -. Per i territori più colpiti, come il nostro, però serve molto di più. Nello specifico servono risorse per sostenere le rette degli asili nido, agevolazioni per le tasse locali e contributi per le aziende. I buoni spesa sono un piccolo passo. Mi auguro che nel decreto legge di luglio vengano previsti sostegni importanti».

Stefano Locatelli, sindaco di Chiuduno e responsabile enti locali della Lega, si chiede come potrà essere gestita questa partita a livello organizzativo. «Siamo in una situazione d’emergenza anche nei Comuni. A parte le chiusure, molti dipendenti sono malati. Sarebbe stato utile garantire un sostegno allargato, non solo per fare la spesa. Noi a Chiuduno useremo i nostri 36 mila euro. Però mi aspetto che alla Bergamasca vengano riconosciuti sostegni importanti. Ormai stiamo affrontando l’emergenza da settimane, molto prima del resto d’Italia».

I piccoli Comuni si devono accontentare di pochissimo. «A Vilminore spetteranno 8.243,01 euro - scrive su Facebook Pietro Orrù, sindaco di Vilminore di Scalve -. Considerate anche che questa somma non è nient’altro che un anticipo sulle somme che avremmo dovuto ricevere in funzione del Fondo di Solidarietà (soldi già nostri - presi dalle nostre tasse - che versiamo a Roma e che solo in minima parte ci vengono restituiti). Faremo come sempre del nostro meglio ma la situazione è ancora più dura di quella che immaginavamo qualche settimana fa».

Oltre a questo primo contributo immediato, i Comuni potranno accedere anche all’anticipo del «Fondo nazionale Comuni» da 4,3 miliardi di euro. Uno stanziamento ordinario, che viene erogato tutti gli anni (nel 2019, il 20 marzo). Con l’emergenza in corso però queste risorse sono fondamentali per far fronte alle mancate entrate dovute alla chiusura totale. Le casse comunali infatti iniziano a fare i conti con i mancati incassi di tributi, tariffe e canoni, oltre al blocco dell’attività ordinaria. Nei prossimi mesi però le spese non mancheranno, anzi.

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