«Numeri non belli, vedremo se è caso eccezionale»
Fontana, preoccupano i 2500 casi odierni

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nella consueta conferenza stampa giornaliera si dice preoccupato dei dati di oggi e poi interviene sulla polemica che riguarda i tamponi. Guarda il video integrale qui.

Anche oggi , giovedì 26 marzo, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, fa il punto della situazione sull’emergenza coronavirus in una conferenza stampa.

«I numeri purtroppo non sono molto belli, il numero dei contagiati è aumentato un pò troppo rispetto alla linea dei giorni scorsi, 2500 nuovi casi sono tanti»: Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. «Dovremo valutare - ha aggiunto - se è un fatto eccezionale determinato da qualche episodio particolare o se è un trend in aumento, il che sarebbe un pò imbarazzante».

«E’ di 2.500 persone l’aumento dei contagiati nell’ultima giornata in Lombardia. Non so se è arrivato il picco o se ci è sfuggito qualcosa - ha aggiunto - queste valutazioni spettano ai tecnici, io posso solo dire che personalmente sono preoccupato».

«Sui tamponi sono state fatte speculazioni vergognose» secondo il presidente della Lombardia Attilio Fontana nel consueto punto stampa in cui ha ricordato le indicazioni date il 27 febbraio dall’Iss che sostiene come «i tamponi si facciano solo ai sintomatici e per gli altri siano fuorvianti». «Noi siamo la Regione che ha fatto in assoluto il maggior numero di tamponi» ha aggiunto il governatore sottolineando che sono state «rispettate le direttive».

«Lunedì abbiamo mandato all’organismo tecnico una richiesta per sapere se le linee guida debbano essere confermate» e non sono arrivate risposte. Se le indicazioni cambieranno «noi seguiremo le nuove» a due condizioni, ovvero «che mi si dia tutto quanto è necessario per fare i tamponi» e che i laboratori della Lombardia al momento riescono a processarne a pieno regime 5mila al giorno. E quindi «devono metterci in grado» di processarne di più. A cinquemila al giorno, considerato i 10 milioni di lombardi ci vorrebbero «quasi tre anni di tempo» ha concluso.

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