Lombardia: lunedì il ricorso al Tar
La Regione contro la zona rossa

La nota della Regione Lombardia dopo l’ordinanza del ministro della Salute.

Dopo il provvedimento del ministro Speranza, che ha deciso di collocare la Lombardia in «zona rossa», la Regione - come preannunciato dal presidente Attilio Fontana - lunedì 18 gennaio presenterà ricorso al Tar contro il provvedimento, con richiesta di misura cautelare urgente. Lo comunica in una Nota la Regione Lombardia nella serata di sabato 16 gennaio.

Anche il vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, invita il ministro della Salute Speranza a sospendere con effetto immediato l’ordinanza che colloca Regione Lombardia in zona rossa in quanto l’incertezza dei dati non aggiornati alla base della decisione non legittima un provvedimento restrittivo di questo tipo. «Inoltre, chiedo al ministro Speranza - spiega Moratti - la revisione dei criteri da parte dei tecnici ministeriali in quanto ci sono ben altre regioni con rischi superiori a quelli della Lombardia non collocate in zona rossa».

«Sollecito il ministro Speranza - rimarca Moratti - a valutare la reale situazione, perchè in altre regioni del Paese il rischio di contagiosità è palesemente superiore a quello lombardo. Si tratta di una pericolosa sottovalutazione, come attesta il dato aggiornato dell’incidenza dei positivi al Covid in quest’ultima settimana, che espone la popolazione di quelle regioni a un rischio di propagazione dell’infezione più marcato di quello lombardo».

Nella serata di venerdì 15 gennaio il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, aveva già scritto una lettera al ministro della Salute. «Ritengo che l’eventuale classificazione della Regione Lombardia in “zona rossa” a decorrere dal 17 gennaio prossimo non sia stata oggetto di adeguata analisi preliminare» aveva chiarito.

Nella lettera, inviata anche al ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia e al presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, Fontana chiedeva di «riconsiderare l’adozione dell’Ordinanza di applicazione delle misure di cui alla c.d. zona rossa in quanto tale provvedimento non sarebbe coerente con i dati complessivi aggiornati dell’andamento epidemiologico in Lombardia».

«Infatti - scrive Fontana - tale provvedimento pur basandosi sul monitoraggio dei dati relativi alla settimana dal 4 al 10 gennaio 2021, prende in considerazione come riferimento un RT- sintomi del 30 dicembre scorso, quindi di ben diciassette giorni fa. Tale elemento, così rilevante ai fini della classificazione in zone in base alla disciplina dettata dal DL 33/2020, è pertanto fortemente datato e quindi non più aggiornato all’attuale andamento epidemiologico».

Fontana aggiunge inoltre che nella valutazione «è stato disatteso il parere della Cabina di Regia» e allega alla lettera una nota tecnica preparata dalla Direzione generale Welfare della Lombardia in cui viene sottolineato, tra le altre cose, che «la Lombardia è considerata in zona rossa mentre altre regioni con tassi di incidenza settimanali molto superiori non hanno la stessa classificazione».

Sempre nella giornata di venerdì 15 gennaio anche il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e il presidente della Provincia, Gianfranco Gafforelli, avevano scritto una lettera a Fontana per chiedere una deroga su Bergamo dove si registrano 61 nuovi casi su 100 mila abitanti.

I dati di Ats Bergamo ai sindaci del territorio parlano di un calo molto contenuto però dell’Rt, ovvero l’indice di replicazione diagnostica del virus in Bergamasca. Il dato consolidato all’11 gennaio s’è infatti ribassato all’1,2, rispetto all’1,3 dell’8 gennaio. Anche la nostra provincia dunque, si avvicina molto alla soglia dell’1,25 che pone automaticamente una regione in zona rossa.

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