Gli ordini professionali sulla Fase2
«Pronti a ripartire nella sicurezza»

Gli ordini professionali si uniscono nel chiedere una riapertura rapida, graduale e selettiva delle attività economiche per far ripartire quanto prima il Paese e il territorio di Bergamo nello specifico.

«Ci facciamo portavoce delle aziende, degli imprenditori e dei dipendenti con cui siamo in contatto» spiega Marcello Razzino, presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro di Bergamo. Razzino approfondisce come molte aziende siano pronte a ricominciare la propria attività nel rispetto delle regole sanitarie, ma non possono farlo.

«Parliamo quotidianamente con realtà che hanno realizzato la sanificazione degli ambienti, che possono rispettare le distanze di sicurezza e si sono dotate dei presidi sanitari obbligatori ma, non rientrando nei codici Ateco indicati per l’apertura, possono solo attendere» continua Razzino, il cui ordine ha sottoscritto il comunicato degli ordini professionali della provincia di Bergamo. Tra i firmatari anche il collegio dei periti agrari, quello dei geometri e il consiglio notarile, l’ordine dei periti industriali e delle ostretiche, dei chimici e dei fisici, dei farmacisti e dei commercialisti ed esperti contabili di Bergamo la cui presidente, Simona Bonomelli sottolinea: «Pur ribadendo che quella che chiediamo è una riapertura ordinata e regolamentata non si può non ascoltare il grido di dolore degli imprenditori bergamaschi, piccoli e grandi, che vivono nell’incertezza». E sottolinea: «Serve ripartire e servono indicazioni chiare per permettere alle aziende e alle realtà commerciali di riaprire in sicurezza, tutelando sé stessi e i propri clienti».

Nel testo del comunicato diffuso i professionisti affermano: «È del tutto chiaro che la ripartenza dovrà essere ordinata, con assoluta garanzia della totale sicurezza dei lavoratori e di ciascun cittadino, ma è altrettanto evidente la necessità impellente di fare quanto assolutamente indispensabile, al fine di evitare un collasso irreversibile del nostro sistema economico e sociale». Poi propongono l’apertura contingentata delle aziende e delle imprese commerciali, con la previsione del necessario distanziamento sociale e con la costante e stringente attuazione delle precauzioni sanitarie. «Chiediamo di stare più che attenti al rispetto delle regole per non contribuire a diffondere nuovamente il contagio e in questo senso sono la prima ad auspicare controlli e sanzioni per i trasgressori» ribadisce Bonomelli, che non nasconde la propria preoccupazione legata a un prolungarsi della chiusura delle attività.

Fra i problemi segnalati dai professionisti anche la confusione legata alle diverse comunicazioni, da una parte quelle emanate dal governo, dall’altra quelle delle singole regioni che non permettono alle imprese di organizzarsi, come ribadisce Razzino: «È innegabile il disorientamento creato dalla diffusione dei Dpcm annunciati la sera e le repliche regionali della mattina che non danno il tempo agli imprenditori di organizzarsi».

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