Gli specializzandi negli ospedali lombardi
In Bergamasca saranno operativi in 150

Gli studenti delle scuole di specialità potranno fare visite in reparto, intervenire in sala operatoria, provvedere alle dimissioni, fare visite ambulatoriali di follow up, prescrivere alcuni farmaci: tutto questo affiancati da un tutor, pronto a intervenire in caso di necessità.

In Lombardia funzionerà più o meno come nelle serie tv americane, dove i medici specializzandi operano come i colleghi già «titolati» nei Pronto soccorso, nelle corsie dei reparti, nelle sale operatorie: è il «succo» dell’annuncio dell’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, che parla di duemila specializzandi del 4° e 5° anno che potranno progressivamente iniziare a prestare servizio autonomo negli ospedali lombardi.

Questo significa, sostanzialmente che gli studenti delle scuole di specialità potranno per esempio fare le visite in reparto, intervenire in sala operatoria, provvedere alle dimissioni, fare le visite ambulatoriali di follow up, prescrivere alcuni farmaci: tutto questo sempre affiancati da un tutor, pronto a intervenire in caso di necessità per consultazioni o per affiancare lo specializzando, che dovrà decidere che un atto medico può essere compiuto in autonomia dallo specializzando e che dovrà individuare i casi clinici assegnabili a ogni medico in formazione. A Bergamo e provincia, guardando alle tre Asst orobiche (a cui vanno aggiunti anche i numeri delle strutture private accreditate dove sono accolti studenti per scuole di specializzazione), è ragionevole pensare che saranno almeno 150 gli specializzandi che potranno diventare «operativi» nei reparti. All’Asst Papa Giovanni sono già accolti 112 specializzandi, mentre a oggi sono 11 all’Asst Bergamo Est e tre all’Asst Bergamo Ovest.

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