Gori: «La crescita di Orio è un beneficio
Ma migliorando le condizioni ambientali»

Non solo crescita, ma anche sostenibilità. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori fa sentire la sua voce dopo la pubblicazione del piano sul futuro dell’aeroporto di Orio al Serio.

Lo fa con una lunga lettera inviata a L’Eco di Bergamo per sostenere le richieste di chiarezza già presentate dai colleghi amministratori dell’hinterland. Gori osserva che «quella dei centomila voli – 97.500, per la precisione – è in effetti la previsione al 2030 contenuta nella proposta di nuovo Piano di sviluppo aeroportuale, corrispondente a una crescita dei passeggeri fin oltre la soglia dei 14 milioni (oggi siamo poco oltre i 10)». Una proposta che, ricorda Gori, «è stata però oggetto di precise osservazioni da parte dei Comuni, per la prima volta coinvolti da Enac in una procedura di confronto sui contenuti del documento».

Vale dunque la pena, secondo il sindaco di Bergamo, «di ricordare cos’abbiano detto i Comuni, il cui consenso è necessario perché il Piano possa essere approvato. Innanzitutto hanno rilevato una contraddizione tra le previsioni del Psa (14 milioni di passeggeri, appunto, al 2030) e quelle del Rapporto preliminare ambientale del Piano nazionale degli aeroporti depositato da Enac presso il ministero dell’Ambiente nel novembre 2015. Qui infatti, per Orio, si proiettano tre scenari di traffico, il più “aggressivo” dei quali proietta al massimo 13,5 milioni di passeggeri. Difficile dunque che si possa immaginare di superare questo valore».

I Comuni, prosegue Gori, «pongono poi alcune condizioni per l’ulteriore crescita del traffico: “L’obiettivo dev’essere quello di conciliare lo sviluppo dell’aeroporto con il miglioramento della situazione ambientale”, scrivono. “Il sostegno dei territori a qualunque previsione di crescita è dunque subordinato alla previsione – supportata da dati attendibili – che durante l’applicazione del Psa il volume della popolazione esposta al rumore aeronautico e il livello del medesimo tendano a ridursi rispetto alla situazione attuale. Non è cioè sufficiente che questo risultato sia ottenuto alla data del 2030, alla conclusione del Psa. È necessario che questo accada costantemente, sin dall’orizzonte di più breve periodo.

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