Gori: un errore unire voto e referendum
Il presidente Rossi: il vento è cambiato

«Mescolare la campagna elettorale sul referendum con quella per le amministrative non è stato utile. A Torino, dove in tanti sono schierati per il no alla riforma costituzionale, questa sovrapposizione di piani non ha aiutato Piero Fassino». Così Giorgio Gori, sindaco Pd di Bergamo, in un’intervista a Qn.

«Il voto nelle grandi città dimostra che ci sono luci e ombre, però il dato complessivo per i dem non è negativo. Senza contare che, a Roma, non era scontato arrivare al ballottaggio», osserva Giorgio Gori. «In alcune città, penso a Salerno e Cagliari, ce l’abbiamo fatta al primo turno perché il centrosinistra era unito», osserva il primo cittadino bergamasco.

Sul fatto che in città come Roma, Milano e Torino la sinistra abbia corso con propri candidati, «ci sono ancora pezzi di sinistra che vogliono fare testimonianza, con danni evidenti per i candidati dem». Al ballottaggio, conclude Gori, «mi auguro che da Stefano Fassina a Roma a Basilio Rizzo a Milano si corregga il tiro».

Sui risultati elettorali anche il presidente della Provincia Matteo Rossi interviene: «È evidente che il vento è cambiato. Nonostante questo il Pd è ancora il più forte elemento di speranza per il Paese, ma accanto al Governo il Partito deve ricominciare a giocare un ruolo, non essere solo organizzazione o comitato elettorale. In questa campagna elettorale avremmo potuto raccontare un progetto nazionale fatto delle storie e delle facce di migliaia di Sindaci che si confrontano con le fatiche, l’innovazione, le povertà. Invece si è scelto di coprire tutto con la campagna referendaria, anche con argomenti che rischiano di non pagare più e di banalizzare ciò che stiamo facendo».

«Spero che si possa raccontare come questa riforma costituzionale cambia in meglio la democrazia rendendola semplice e capace di decidere, e non solo sul numero di politici che vengono mandati a casa, perché sulla logica antistema c’è sempre chi propone il «più uno», ma in questo son piu forti i 5stelle, e spero non sia il nostro profilo».

«Il Pd riesce a convincere quando racconta un progetto in positivo, non quando fa dei propri nemici, esterni o presunti interni, il centro del proprio messaggio - continua Rossi -. Contro qualcosa possiamo mobilitare una volta, ma per crederci fino in fondo il nostro mondo ha bisogno di essere coinvolto per qualcosa di più grande. Siamo ancora in tempo, a partire da queste due settimane di ballottaggi, e subito dopo rimettiamoci a costruire un progetto con il Paese, non solo con i più bravi e con chi ce la fa da solo, ma soprattutto con chi dentro questa globalizzazione ha paura e fa fatica, e rischia di buttarsi nei vari popolismi che non mancano certo nella politica italiana. E non dimentichiamo i territori del nord, per i quali accanto al tema della semplificazione della politica contenuto nel rederendum non può essere rimosso il tema di un nuovo federalismo e di una vera autonomia».

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