I sindaci: «Grazie al presidente
ora questo dolore è di tutti»

Il giorno dopo la cerimonia cui ha partecipato Sergio Mattarella i sindaci riflettono sul significato più profondo della commemorazione.

C’è una forza potente dietro il volto mite, il tono sobrio, il passo rassicurante. Nelle parole di Sergio Mattarella, il capo dello Stato che ha portato a Bergamo l’abbraccio dell’intero Paese, scorreva domenica sera il filo della condivisione in grado di ricucire ogni possibile strappo. «Con un discorso breve ma molto empatico, ha colto esattamente il punto dei nostri sentimenti e della relazione che si è concretizzata tra Bergamo e tutta la comunità nazionale», sottolinea il sindaco Giorgio Gori, «emozionato anche come cittadino» oltre che da amministratore: la commemorazione è stato così un «momento fondamentale soprattutto per i bergamaschi, per la dimensione pubblica del dolore: fino a domenica sera il lutto era rimasto in una forma strettamente privata, se non di solitudine». Una dimensione davvero pubblica: nazionale.

«Mi ha sorpreso il seguito sovralocale, più di quanto mi aspettassi – rileva Gori -. Siamo riusciti a comunicare un’altra immagine di Bergamo, la forza della ripartenza. Ringrazio davvero tutte le persone che hanno dedicato il proprio impegno alla realizzazione della cerimonia». Per il viceministro all’Economia Antonio Misiani, «è stata una celebrazione toccante, in un luogo fortemente simbolico del dramma che ha investito la Bergamasca. Dal presidente Mattarella sono venute parole importanti sul valore della memoria e della gratitudine ma anche sulla necessità di evitare di mettere tra parentesi ciò che è accaduto in questi mesi e di riflettere su ciò che non ha funzionato».

Di «sentimento di gratitudine» parla Gianfranco Gafforelli, presidente della Provincia (oltre che sindaco di Calcinate), verso il presidente che «ha voluto rendere omaggio a una terra ferita. Mi auguro che non questa sua visita si possano sopire le polemiche che ci sono, il suo discorso è stato chiaro – aggiunge Gafforelli -. Cosa ci siamo detti? Ho portato al presidente della Repubblica la mia gratitudine, ma anche l’orgoglio di rappresentare i 243 sindaci che sono stati dei baluardi nei mesi più difficili, e lui ha ringraziato per tutto quello che questi amministratori hanno fatto».

Seduti a poca distanza da Mattarella c’erano gli amministratori delle terre più ferite dai contagi. A Camillo Bertocchi, sindaco di Alzano Lombardo, della commemorazione resta impresso «il silenzio: un raccoglimento necessario. È stata un’emozione fortissima, in quel luogo. La presenza del presidente della Repubblica è stata davvero importante, perché testimonia la necessità di unità e coesione. Proprio quell’unità e quella coesione che si sono rivelate fondamentali per mantenere lucidità e uscire dai momenti più difficili, in un territorio come il nostro». C’è stato spazio per uno scambio di parole: «Al presidente avevo scritto una lettera nei mesi scorsi, esprimendo il dolore della nostra comunità e le difficoltà da superare, e ho chiesto che non si dimentichi mai di noi: mi ha ringraziato per la lettera e ha espresso la sua vicinanza». «Toccante» è l’aggettivo scelto da Claudio Cancelli, sindaco di Nembro, a cui il presidente Mattarella ha detto: «Spero di trovare in futuro l’occasione per dimostrare questa vicinanza». «Ho ringraziato il presidente a nome di tutti i miei cittadini per la sua sensibilità – aggiunge Cancelli -, sottolineando che la nostra Nembro è stata molto provata ma ha anche saputo trovare dentro di sé le energie positive che le hanno permesso di affrontare questo difficile periodo, pur nel dolore e nella sofferenza di questi mesi».

La fotografia dell’intera provincia offre gli stessi sentimenti. «È stata una forma tangibile di riconoscimento e di vicinanza alle nostre comunità – concorda Sebastian Nicoli, sindaco di Romano di Lombardia -. Alla televisione siamo spesso abituati a guardare i drammi degli altri, questa volta, purtroppo, è capitato a noi: la commemorazione al cimitero ha avuto un altissimo valore. Lo si coglie anche parlando con i cittadini: tutti si riconoscono nella figura del presidente Mattarella». Un’«emozione», l’«orgoglio di essere italiani», sintetizza Giorgio Bertazzoli, sindaco di Sarnico: «Le parole del presidente sono state molto toccanti, soprattutto nel passaggio in cui ha fatto capire che tutta l’Italia era davvero lì. Sarnico ha perso 70 persone per il Covid, prima ancora eravamo stati toccati dalla meningite: questa cerimonia sembra la chiusura di un cerchio che speriamo non torni più. Ma le vittime non le dimenticheremo mai».

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