Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 19 Luglio 2017
I videogiochi contro la dislessia
Un bergamasco alla guida del team
Il gruppo di studio di giovani ricercatori coordinato da Simone Gori, professore associato all’Università di Bergamo.
Con l’uso di particolari videogiochi si velocizza, in casi di dislessia, la capacità di lettura anche nei bambini di madrelingua inglese, migliorando non solo l’attenzione visiva, ma anche la memoria verbale. È quanto emerge da uno studio condotto da un team di giovani ricercatori, tra cui italiani, e pubblicato in questi giorni sulla rivista Scientific Reports. Il team, guidato da Simone Gori (professore associato al Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, dell’Università di Bergamo) e Andrea Facoetti (Laboratorio di Neuroscienze Cognitive dello Sviluppo, del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova), entrambi consulenti scientifici dell’Irccs «Eugenio Medea» di Bosisio Parini (Lecco), è composto da Sandro Franceschini (Università di Padova), Piergiorgio Trevisan (Università di Udine), Luca Ronconi (Università di Trento), Sara Bertoni (Università di Padova), Kit Double e Susan Colmar (Sydney University, Australia).
Nello studio condotto in Australia, da Franceschini e Trevisan, i ricercatori hanno scoperto che i miglioramenti nella velocità di lettura indotti dall’uso per poche ore di un videogioco d’azione sono dovuti a specifiche stimolazioni di circuiti cerebrali in grado, non solo di migliorare l’attenzione visiva, ma anche la memoria dei suoni del linguaggio.
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