Il Comune non vende i gioielli di famiglia
Nel 2016 opere sbloccate per 10 milioni

I «gioielli di famiglia» resteranno in cassaforte. Dopo anni di lacrime e sangue, di lacci e lacciuoli finanziari, Palafrizzoni potrà fare opere e lavori senza bisogno di vendere il suo patrimonio, beni e azioni.

Dal 2016 non ci sarà più il Patto di Stabilità, vero e proprio incubo degli enti locali negli ultimi anni. A prevederlo è l’articolo 35 della Legge di Stabilità, ora in discussione al Senato, e che verrà approvata entro fine anno. «Il Patto non esisterà più, i Comuni l’anno prossimo avranno l’obbligo solo del pareggio di bilancio - spiega l’assessore al Bilancio Sergio Gandi -, un cambio di scenario importante. Renzi ha mantenuto le promesse e siamo molto lieti di dargliene atto».

La novità del Patto dal punto di vista pratico ha comportato una variazione in via d’urgenza al bilancio di previsione 2015, delibera passata nell’ultima Giunta. «Venderemo meno gioielli di famiglia e questo non può farci che piacere, li lasceremo a garanzia per le future generazioni» chiosa Gandi. Le alienazioni passeranno dai previsti 15,6 milioni a 5,6: gli introiti da beni patrimoniali scenderanno da 5,6 a 2,6 milioni circa, quelli da beni mobili (azioni A2A) da 10 milioni a 3. Il Comune non venderà quindi le azioni A2A, tesoretto che vale attualmente 34 milioni grazie al buon andamento del titolo in Borsa..

E se non si vende questo non vuol dire che non si faranno le opere. Anzi, grazie alla novità dell’abolizione del Patto si sbloccheranno tutta una serie di cantieri. L’elenco delle opere che partiranno è corposo: la palestra di via Codussi, la nuova sede della protezione civile, gli interventi di manutenzione nelle scuole, le pavimentazioni in Borgo Santa Caterina e piazza Pontida, la pista ciclabile e la sistemazione di via Martin Luther King, le asfaltature di molte strade e la zona 30 al Villaggio degli Sposi.

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