Indagine sulla zona rossa, e ora?
Ecco i prossimi passi della Procura

Ecco i prossimi passi della Procura di Bergamo dopo gli incontri a Roma.

Gli inquirenti, in base a tutte le testimonianze raccolte, comprese quelle del presidente della Lombardia Attilio Fontana, dell’assessore al Welfare Giulio Gallera, e di Marco Bonometti, alla guida della Confindustria lombarda, dovranno stabilire innanzitutto se il mancato isolamento dei due Comuni all’ingresso della Val Seriana, nonostante gli «alert» del presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, e la trasformazione di tutta la Lombardia in zona rossa operativa dal 9 marzo scorso, sia stato un atto politico discrezionale o di mera amministrazione che come tale possa portare a responsabilità penali.

Fatta questa valutazione il pool di pm coordinati dal procuratore facente funzione Maria Cristina Rota, dovrebbe eventualmente stabilire in capo a chi siano le responsabilità, e ipotizzare un reato. Reato che potrebbe essere epidemia colposa, anche se - spiegano fonti bene informate - «è difficile da configurare in quanto per la giurisprudenza è una condotta vincolata».

Oppure si potrebbe contestare epidemia colposa omissiva - magari vicino all’articolo 40 secondo comma del codice penale in base al quale non impedire un evento che si ha l’obbligo di impedire equivale a cagionarlo - o ancora omissione di atti di ufficio. Altra scelta che i pm dovranno fare, ma in un secondo momento, è se proseguire l’inchiesta o trasferire gli atti ad altra procura.

Con il lavoro di queste settimane, che mira ad appurare passo dopo passo cosa ha portato a non creare immediatamente la zona rossa ad Alzano e Nembro e quali effetti possa aver avuto tale decisione sul dilagare dell’epidemia, il pool bergamasco ha comunque ricostruito il quadro di fondo da cui partire per proseguire con gli altri capitoli di indagine: quelli per epidemia colposa e omicidio colposo, in cui ci sono già indagati, e che riguardano l’anomala riapertura del pronto soccorso dell’ospedale di Alzano dello scorso 23 febbraio e i molti decessi nelle Rsa.

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