Diffusione Covid, la proposta delle Regioni
«Limitare gli spostamenti over 70»

Limitare gli spostamenti degli over 70 per cercare di ridurre la diffusione del coronavirus: è una delle ipotesi prospettate da alcune regioni, in particolare, secondo quanto si apprende, Lombardia, Piemonte e Liguria, al vertice con i ministri Boccia e Speranza in vista del nuovo Dpcm.

Anziani over 70 a casa per proteggerli dal contagio da coronavirus, centri commerciali chiusi nel weekend, coprifuoco alle 18, stop agli sportelli per le scommesse in bar e tabaccherie, restrizioni alla mobilità regionale e tra regioni, chiusura delle scuole in base all’indice di contagiosità Rt locale (e didattica a distanza in tutta Italia forse anche per le medie): sono queste, secondo quanto riferito dai partecipanti, le principali misure proposte e discusse domenica mattina 1° novembre al vertice tra il governo, rappresentato dai ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Autonomie), le Regioni, i Comuni e le Province in vista del prossimo Dpc, atteso tra lunedì e martedì. Boccia ha prospettato tra l’altro il rafforzamento della rete dei cosiddetti «Covid Hotel» per i positivi asintomatici che non possono stare in adeguato isolamento in casa.

In videoconferenza domenica mattina 1° novembre hanno partecipato alla riunione dei ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari regionali), convocata da quest’ultimo con i rappresentanti di Regioni, Comuni (Anci) e Province (Upi), per discutere le nuove misure che vengono valutate dal governo per contrastare la seconda ondata dell’epidemia di coronavirus.

Tra i governatori collegati, tra gli altri, Bonaccini (Emilia Romagna, presidente della Conferenza delle Regioni), Fontana (Lombardia) Fedriga (Friuli Venezia Giulia) Toti (Liguria), Toma (Molise) Emiliano (Puglia) De Luca (Campania) Tesei (Umbria), Marsilio (Abruzzo) Cirio (Piemonte), Giani (Toscana), secondo quanto riferito. Inoltre Antonio Decaro, presidente Anci, e Michele De Pascale (Upi).

Nella riunione i governatori hanno respinto l’idea di fare lockdown locali chiedendo al governo di prendere decisioni. Per questo hanno sollecitato il governo a prendere misure che tengano conto dell’Rt, l’indice di trasmissione del contagio, ma anche della tenuta delle strutture sanitarie. Il presidente della Liguria Toti è stato molto chiaro contro i lockdown: «Il Paese non può permettersi un nuovo lockdown, proteggiamo i nostri anziani».
Il ministro Boccia ha riconvocato la riunione lunedì alle 9.

«La curva epidemiologica è ancora molto alta. Quel che mi preoccupa è il dato assoluto, che mostra una curva terrificante. O la pieghiamo, o andiamo in difficoltà» ha detto Speranza al Corriere della Sera e ha aggiunto: «Abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore. La situazione dell’Italia è ancora difficilissima: c’è troppa gente in giro e negli ospedali c’è troppo affollamento», rileva il ministro, che tuttavia rassicura sulla tenuta delle terapie intensive: «Non sono il problema fondamentale di questi giorni. Per qualche settimana saranno ancora abbastanza gestibili».

Sul nodo delle scuole, «la curva sta subendo un’impennata così rapida che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza», osserva Speranza. «L’idea del governo è sempre quella di non toccare le scuole. Vogliamo difenderle il più possibile, ma purtroppo dobbiamo farlo dentro il contesto di una epidemia. La scuola non è intangibile». L’ipotesi è di lasciare alle Regioni la possibilità di sospendere le lezioni in presenza anche per elementari e medie come hanno già fatto Campania e Puglia: «Non a caso non abbiamo impugnato le ordinanze».

Il ministro dà «per scontata» la chiusura dei confini tra le Regioni. «E purtroppo c’è bisogno di interventi forti anche in Lombardia, una delle aree del Paese che si trovano in condizioni peggiori. Sulla base dei dati del Comitato tecnico scientifico ci sediamo con il presidente Attilio Fontana e con il sindaco Giuseppe Sala e valutiamo le decisioni da prendere».

Quanto al problema dei mezzi pubblici, Speranza non esclude che «nelle aree più difficili si decida di scendere un poco rispetto all’80% di capienza dei mezzi».

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