La Consulta boccia la legge anti-moschee
«Comprime la libertà religiosa»

La Corte costituzionale ha accolto le questioni sollevate dal Tar Lombardia sui provvedimenti varati nel 2015 dal centrodestra in Regione.

Il tema moschee torna al centro del dibattito politico. Decisiva la Consulta, che giovedì 5 dicembre ha dichiarato incostituzionale in alcuni passaggi la (già contestata) legge urbanistica regionale sui luoghi di culto, varata nel 2015 dal centrodestra e nota come «legge anti-moschee». Per la maggioranza del Pirellone, infatti, metteva un freno ai centri di preghiera abusivi e incontrollati. Secondo il centrosinistra, invece, complicava la vita ai Comuni, a solo fine propagandistico. Ora a dire la sua è la Corte costituzionale, che con la sentenza 254 ha accolto le questioni sollevate dal Tar Lombardia e, conseguentemente, ha annullato due disposizioni previste dalla legge, là dove, per aprire nuovi luoghi di (qualsiasi) culto obbligava i Comuni a predisporre un Par (Piano delle attrezzature religiose) da adottare solo unitamente al Pgt (Piano di governo del territorio). Proprio queste norme per i giudici «determinavano una forte compressione della libertà religiosa senza che a ciò corrispondesse alcun interesse di buon governo del territorio».

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