La festa di San Giovanni, gli anticipi e i posticipi: mistero svelato

La domanda Ma oggi è la festa di San Giovanni Battista o di Gesù? Cos’è successo quest’anno? Come mai nei calendari compare il Sacro Cuore? Che ricorrenza si celebra?

Si fa a «testa o croce»? Per qualcuno sarebbe proprio il caso di fare così, visto che di fatto i due cugini finiranno l’uno, Giovanni Battista, con la testa mozzata, l’altro, Gesù, in croce. A parte la battuta, della quale mi scuso con coloro ai quali potesse sembrare irriverente, provo a dare la motivazione liturgica. La festa del Sacro Cuore di Gesù è una di quelle dette «mobili» in quanto la sua collocazione è il venerdì dopo il Corpus Domini, calcolando le domeniche a partire dalla data di Pasqua, che cambia ogni anno in base al plenilunio dell’equinozio di primavera, cioè quando la luce vince la notte e le ore del giorno sono più di quelle del buio.

Quest’anno le due ricorrenze coincidono, e se la data del calendario mantiene fisso il ricordo della natività di San Giovanni Battista, la liturgia dà la precedenza alla celebrazione della solennità del Sacro Cuore di Gesù. In questi casi normalmente la celebrazione viene spostata al giorno seguente. Le diocesi Lombarde, sulla guida pastorale liturgica redatta a supporto delle celebrazioni, hanno indicato di spostare la celebrazione liturgica in onore di San Giovanni Battista a sabato 25. Poiché però la tradizione della fede popolare da antichi tempi il giorno seguente unisce nell’invocazione al Sacro Cuore di Gesù quello di sua madre, la Madonna Santissima, pregando il Cuore Immacolato di Maria, allora la Santa Sede ha concesso la facoltà che la festa di San Giovanni Battista potesse avere anche la possibilità di essere anticipata al 23.

Sembra una discussione di «lana caprina», ma di fatto è quello che succede nella gestione familiare di ogni casa, quando può succedere che la festa di compleanno sia posticipata: non per questo la data di nascita cambia, proprio com’è successo quest’anno con Giovanni Battista e il suo cugino Gesù.

È solamente questione di due feste in famiglia, e quindi dobbiamo essere solo che felici perché la coincidenza di quest’anno ci fa notare di più la festa del Sacro Cuore, che forse c’è sempre scappata. Questa volta almeno ce ne siamo accorti. E se ricordiamo Giovanni Battista per quella bellissima frase con cui indicò Gesù al fiume Giordano come il Cristo - «Che io diminuisca perché lui cresca» -, non credo serva fare testa o croce, ma piuttosto si possa essere contenti con lui di ripetere la stessa frase e di rivivere anche noi oggi questa sua logica di amore.

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