«La montagna e la terra sono parte di noi». L’ultimo abbraccio a Mauro Soregaroli

Il funerale. La chiesa del cimitero di Bergamo non è riuscita a contenere tutte le persone che sabato 25 febbraio hanno voluto salutare la guida alpina di 64 anni morta una settimana fa mentre scalava la vetta della Grand Golliat, in Svizzera, precipitando per oltre cinquecento metri.

«Noi alpinisti siamo gente strana: nella fatica troviamo il riposo e nella difficoltà la gioia di vivere – ha detto un amico –: alcuni potrebbero campare due vite di cento anni ciascuna senza però provare emozioni come quelle che Mauro ha provato nella sua breve ma intensa vita».

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Nell’omelia don Mauro ha raccontato la sua amicizia con Soregaroli: «Perché a volte facciamo cose che mettono a rischio la nostra vita? Perché la montagna e la terra sono parte di noi: come racconta la Genesi, siamo plasmati della stessa terra che ci richiama in maniera irresistibile. La passione restituisce il senso della vita: non siamo fatti per una vita piatta».

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