L’allarme degli autisti dei pullman
«Ogni giorno di lavoro noi rischiamo»

Dopo l’aggressione di martedì, l’appello dei conducenti dei bus: «Servono cabine di protezione e collegamenti con le forze dell’ordine».

«Gli insulti verbali sono all’ordine del giorno, in alcuni casi anche le minacce. In particolar modo sulle tratte extraurbane quando chiediamo di esibire il biglietto. Pensi che a un mio collega, che è andato in pensione circa un anno fa, l’avevano picchiato solo perché aveva chiesto di mettere la museruola al cane. Ci sentiamo ancora più insicuri dopo aver sentito del nostro collega picchiato». A parlare è uno degli autisti di Sab ma il timore, di questi tempi, è un sentimento diffuso tra i molti colleghi in servizio alle Autolinee.

L’episodio al quale si riferisce è quello di martedì sera quando Angelo Verri, altro conducente di Sab, sulla linea 9A di Atb in direzione Curno-Marigolda, è stato aggredito con pugni in faccia e al collo da un senegalese. Un episodio che evidentemente ha scosso molti colleghi. Per il quali la sicurezza è diventata un’autentica priorità: «Credo - dice un autista di Autoguidovie, che viaggia nelle zone della bassa - sia giunto il momento di installare sugli autobus un pulsante direttamente collegato alle forze dell’ordine, oltre a sistemi di video sorveglianza. A me è capito anche che alla richiesta del biglietto mi sputassero addosso. Non solo: una volta mi hanno anche strattonato». C’è anche un’altra richiesta: «Servirebbero cabine di protezione - dice un altro autista -, così come aiuterebbe un presidio delle guardie giurate, anche se a turno sono già presenti e siamo consapevoli che non possono rimanere fisse su ogni autobus».

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