L’allarme: «La tratta dei cuccioli di cane
può creare un pericolo sociale»

Importati dall’Est in condizioni disastrose. La padrona: «La mia esperienza choc». Il veterinario e l’allevatore: «Rischi sanitari e caratteriali»

L’arrivo di un cucciolo in una casa è solitamente fonte di serenità, ma può trasformarsi in un’esperienza da incubo. L’elevata richiesta sul mercato alimenta una vera e propria tratta di cani di razza (perlopiù provenienti dall’Est Europa) che si riacutizza ciclicamente. Una forma di importazione selvaggia e incontrollata con cui ha dovuto fare i conti Illary Rota, di Bergamo, che per acquistare il suo primo cane, una femmina di bouledogue francese, si era rivolta a un negozio, «proprio perché pensavo potesse essere più affidabile».

«Il cucciolo – racconta – veniva dall’Ungheria, con passaporto, ma senza pedigree. Dopo la prima notte ha cominciato ad avere problemi gastrointestinali, ma il venditore mi ha detto di non andare dal veterinario. Anzi, di riportargliela, viva o morta, che me ne avrebbe dato un’altra. Nemmeno fosse un elettrodomestico…. Poi la situazione è peggiorata e l’ho portata dal veterinario, ma è morta dopo 3 giorni di agonia per una parvovirosi. Non era stata vaccinata, o almeno non in maniera corretta. Ho denunciato l’accaduto all’Enpa (Ente nazionale protezione animali, ndr) e mi sono mossa privatamente con un avvocato. Ma lo choc resta».

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