Lettera con proiettile anche a Scaglia
Minacce al presidente di Confindustria Bergamo

La missiva è stata recapitata a L’Eco di Bergamo. Due lettere simili erano state indirizzate settimana scorsa al suo omologo lombardo Marco Bonometti, finito poi sotto scorta. Minacce che sono state ricondotte alla mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano durante la pandemia.

Proseguono gli atti intimidatori contro i vertici dell’imprenditoria lombarda. A pochi giorni di distanza da quello destinato a Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, lunedì 29 giugnoun proiettile calibro 6.25 è stato indirizzato al presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia. La busta che lo conteneva è stata recapitata nella sede de l’Eco di Bergamo e indicava come destinatario il direttore del nostro quotidiano, Alberto Ceresoli. Oltre al proiettile all’interno c’era una lettera di rivendicazione, firmata da sedicenti «Nuclei proletari lombardi». «Il signor Stefano Scaglia di Confindustria – si legge nella missiva, scritta con un computer – sappia che non dimentichiamo mai. Una bara in più non si nega a nessuno mai o lui o un suo familiare. Sempre solo questo potrà ridare dignità a chi è morto sul lavoro. Dove non arriva il Covid arriviamo noi».

Sulla busta erano affrancati due francobolli annullati a penna. Il direttore Ceresoli ha provveduto ad allertare la polizia, che ha sequestrato busta, lettera e proiettile per sottoporli a rilievi ed esami utili a fornire elementi per risalire agli autori. Dell’indagine si occupa la Digos di Bergamo, già al lavoro per le minacce a Bonometti.

La busta con proiettile indirizzata al presidente degli industriali lombardi era stata recapitata nella sede di Confindustria Bergamo, al Kilometro Rosso, alla fine dell’altra settimana. Conteneva un messaggio minatorio nei confronti di Bonometti e della sua famiglia: per questo da lunedì scorso il presidente di Confindustria Lombardia è sotto scorta. Due agenti, come deciso dalla prefettura di Brescia, lo seguono passo passo nei suoi spostamenti. Un fascicolo su questo episodio è stato aperto dal sostituto procuratore di Brescia Caty Bressanelli, che potrebbe ora occuparsi anche delle minacce a Stefano Scaglia. La Procura di Brescia infatti è competente anche per le province di Bergamo, Mantova e Cremona per i reati di cui si occupa la direzione distrettuale antimafia. Il fatto che la lettera minatoria a Bonometti sia arrivata alla sede di Bergamo fa supporre che le minacce siano da ricondurre alla sua posizione contro l’istituzione della zona rossa in Val Seriana.

Le reazioni

Confindustria Bergamo e tutti i suoi associati esprimono la massima solidarietà e vicinanza al Presidente Stefano Scaglia per la gravissima minaccia, recapitata all’Eco di Bergamo. Purtroppo il clima di odio verso l’impresa e gli imprenditori, ingiustamente fomentato in queste ultime settimane, ha portato a questi risultati. Confindustria Bergamo auspica che si torni a un clima di confronto civile e che vengano abbandonati toni e minacce tanto anacronistiche quanto inconcludenti. È solo una rinnovata unità di intenti fra tutte le forze sociali ed economiche che permetterà di superare il difficile momento storico che stiamo attraversando e garantirà la tenuta sociale dell’Italia e la creazione di una nuova stagione di benessere per tutti.

«Il Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, a nome di tutta l’Amministrazione comunale, esprime solidarietà e vicinanza al presidente di Confindustria Bergamo Stefano Scaglia per la grave minaccia di cui - come già nei giorni scorsi il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti - è stato fatto oggetto. Il riemergere di forme di intimidazione va contrastato con decisione attraverso la risposta compatta delle Istituzioni e delle rappresentanze economiche e sociali. L’Amministrazione comunale di Bergamo porrà ogni energia per contribuire alla ripresa economica del territorio, alla tenuta sociale e al prevalere del civile confronto democratico.»

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