Lombardia, data chiave l’8 giugno
Gallera, prudenza è fondamentale

L’assessore al Welfare ha parlato con i giornalisti venerdì 29 maggio a margine dell’inaugurazione di un nuovo reparto di terapia intensiva all’ospedale Sacco di Milano.

«C’è un governo, ci sono degli indicatori raccolti a livello nazionale, lavoriamo tutti insieme. Io dico che ci vuole ancora prudenza per capire se siamo in una fase nuova e diversa oppure no». Lo ha detto l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera parlando della possibile riapertura dei confini regionali il 3 giugno, spiegando che «per fare una valutazione complessiva su quella che è la diffusione» dei contagi dopo nel riaperture della fase 2 «la data cardinale è l’8 giugno».

«Io ho sempre ritenuto che la prudenza sia un elemento fondamentale. Una data significativa sarà l’8 di giugno- ha aggiunto Gallera-. Noi abbiamo avuto una settimana di riapertura, anche il week end scorso e l’8 sarà assolutamente fondamentale per capire se c’è una ripresa del contagio oppure no. Quindi c’è ancora una settimana di grandissima attenzione per capire qual è lo scenario».

«L’8 avremo un dato consolidato. Dopodiché gli indicatori ci sono, se l’Iss e il Ministero ritengono che oggi ci sono le condizioni» per la riapertura dei confini regionali «tocca a loro farlo, e lo devono fare loro».

Quanto alla riapertura della Lombardia «gli indicatori che abbiamo sono di una riduzione complessiva dei ricoverati e dei positivi. Quindi è una situazione in netto miglioramento, abbiamo una sorveglianza solida. Adesso chiaramente valutiamo. Riteniamo che avere una indicazione generale per tutto il Paese sia la cosa più corretta, poi che sia il 3 o l’8...», ha concluso.

INCHIESTA COVID
«Bene, l’impressione è positiva, di persone che vogliono approfondire in un clima di grande serenità e collaborazione».Ha detto Gallera riguardo alla convocazione della Procura di Bergamo. «Noi siamo qua per dare i giusti approfondimenti ed evidenziare la totale correttezza dell’azione della Regione» ha aggiunto Gallera, che non si è detto preoccupato «nella maniera più assoluta».

POLEMICA CON FONDAZIONE GIMBE.
«Non credo si debba o si possa parlare di magheggi. Credo che, nella situazione in cui ancora versiamo, non sia impossibile avere delle imprecisioni e delle incompletezze». Lo ha detto il professor Massimo Galli, primario del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, a proposito delle accuse rivolte dalla Fondazione Gimbe alla Regione Lombardia sui dati dell’epidemia.

«Credo piuttosto che dovremo fare più tamponi, ma questo è un altro discorso. Non mi vedo i vertici della regione che fanno magheggi. I vertici della Regione fanno quello che consigliano i tecnici. Non mi vedo l’assessore Gallera, che magari ha qualche difficoltà a sapere bene cos’è R0, che possa fare magheggi con queste cose. E lo dico con cordialità perché ognuno fa il suo mestiere e sa le cose sue»

«Siamo la Regione che fornisce meglio i dati, addirittura con le valutazioni dell’inizio sintomi, e che anche i giornali e i media hanno avuto modo di verificare e comprendere. Solida, dettagliata, puntuale sin dall’inizio e molto trasparente. Ora che la fondazione Gimbe venga a dare dei giudizi sommari e totalmente inappropriati è sbagliato e quindi non è consentito». Così l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto se la Lombardia querelerà la Fondazione Gimbe dopo le accuse di “aggiustare» i dati sui contagi.

«A me spiace perché Cartabellotta io l’ho sempre incontrato, è una persona seria e una fondazione solida. Se poi le valutazioni si fanno su delle schermate e non sui dati che vengono forniti con puntualità...», ha aggiunto Gallera riferendosi alle parole del presidente della Fondazione. «Continuiamo a lavorare tranquillamente. Nessuno commissaria nessuno: abbiamo un unico obiettivo che è quello di governare un processo complicato».

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