Lotta al Covid, Pregliasco: «L’inverno ultima trincea». Monsignor Beschi: vaccinarsi atto d’amore

Il vescovo di Bergamo ha ripreso le parole di Papa Francesco sottolineando l’importanza di vaccinarsi.

«Questo inverno lo dobbiamo considerare come un’ultima trincea, perché potrebbe rendere più facile un colpo di coda della pandemia. per via del freddo, infatti, passeremo molto più tempo in ambienti chiusi, senza contare che quest’inverno, a differenza di quello passato, ci sarà anche l’influenza». Lo ha detto il prof. Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano e presidente dell’Anpas, intervenendo nella giornata di lunedì 4 ottobre in alcuni programma radiofonici.

«C’è la necessità di essere pronti - ha detto tra l’altro il virologo -, di organizzarsi al meglio per quel che riguarda i protocolli, e, soprattutto, di non abbassare la guardia . Ancora oggi, infatti, ogni contatto interpersonale rappresenta un potenziale rischio d’infezione, anche se grazie ai vaccini, c’è una vera protezione in termini di malattia grave, e questo ci deve far stare più sereni, ma non troppo. Dobbiamo infatti cercare di convincere a vaccinarsi le persone dubbiose, che non si fidano di una vaccinazione che invece è l’elemento che farà la differenza - ha proseguito Pregliasco -. Lo vediamo già adesso che c’è una pandemia di vaccinati e una di non vaccinati. Solamente dopo aver scavallato questo inverno, potremo fare una valutazione più completa e puntuale rispetto alla possibilità di vivere con sempre maggiori libertà».

Anche il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, era intervenuto nei giorni scorsi - sia in omelie sia nelle indicazioni date alle parrocchie - sottolineando l’estrema importanza di sottoporsi alla vaccinazione anti Covid.

«Voglio ricordare per tutta la nostra città, la nostra provincia, la nostra diocesi - aveva detto il 12 settembre nell’omelia pronunciata alla Messa per i cento anni della sezione di Bergamo degli Alpini, riprendendo la parole del pontefice -, l’appello di Papa Francesco: “Grazie a Dio e al lavoro di molti oggi abbiamo vaccini per proteggerci dalla pandemia. Vaccinarsi con vaccini autorizzati dalle autorità competenti, è un atto d’amore e contribuire a far sì che la maggior parte della gente si vaccini è un atto di amore: amore per sé, amore per i familiari e gli amici, amore per tutti i popoli. Vaccinarsi è un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune e di prenderci cura gli uni degli altri, specialmente dei più vulnerabili ». «Tutte le persone - aveva poi proseguito monsignor Francesco Beschi - hanno bisogno di competenza e di organizzazione, ma alla fine ognuno si attende di sentire battere un cuore. La fiducia è indispensabile per vivere, è il presupposto su cui si regge la società. Come dice la Sacra Scrittura, “non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”».

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