Maxi frode fiscale: 35 aziende coinvolte
Un centinaio di perquisizioni in Italia

L’operazione è scattata al termine di un’inchiesta partita da una segnalazione dell’Inps su possibili illeciti contributivi e previdenziali connessi alla gestione di alcune società.

Oltre 200 finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Venezia e di altri Reparti del Corpo di diverse province italiane hanno eseguito nella giornata di venerdì 29 gennaio un centinaio di perquisizioni nell’ambito di un’indagine che riguarda persone e imprese coinvolte, a vario titolo, in una sofistica frode fiscale e contributiva.

La Procura di Venezia ha disposto il sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per oltre 16 milioni di euro nei confronti di 35 aziende e 46 persone. Parallelamente ai sequestri, eseguiti in collaborazione con i Reparti della Guardia di Finanza delle province di Venezia, Padova, Treviso, Vicenza, Milano, Bergamo, Brescia, Trento, Udine, Roma, Latina, Lecce e Trapani, si stanno effettuando 100 perquisizioni.

L’operazione è scattata al termine di un’inchiesta partita da una segnalazione dell’Inps su possibili illeciti contributivi e previdenziali connessi alla gestione di alcune società. Si è così scoperta l’esistenza di una banda, attiva prevalentemente in Veneto e nella provincia di Lecce, che avrebbe effettuato ripetuti reati fiscali e societari, portando anche al fallimento di un’azienda. Il sistema faceva perno su numerose società «cartiere», utilizzate per assumere formalmente in carico un rilevante numero di lavoratori (ne sono stati individuati oltre 400), di fatto impiegati presso altre società beneficiarie, riconducibili alla stessa organizzazione, del settore del montaggio di mobili e arredi per uffici e installazione di stand fieristici.

Il meccanismo della frode prevedeva la stipula di fittizi contratti di sub-appalto tra le società «cartiere» e quelle beneficiarie, grazie ai quali queste ultime potevano disporre della forza lavoro necessaria senza dover adempiere agli obblighi previdenziali e contributivi, beneficiando dei crediti Iva connessi alle false fatturazioni ricevute, pari a oltre 25 milioni di euro. I raggiri sono stati compiuti anche con l’ausilio di alcuni professionisti, che sono finiti nel registro degli indagati. Il sequestro ha interessato liquidità finanziarie, autovetture di pregio e immobili.

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