Meningite, l’assessore regionale Gallera
«Nessuna caccia al portatore sano»

L’assessore regionale Giulio Gallera smentisce che siano stati effettuati tamponi salivali a Villongo e Sarnico.

«Dopo il quarto caso di meningite, e il secondo decesso, sulla sponda bergamasca del lago di Iseo, l’ipotesi alle quali stanno lavorando le istituzioni è che a Villongo, paese dove si sono registrati tre casi e un decesso, ci sia un portatore sano di meningococco C. Per identificarlo – ha rivelato l’Ansa nel pomeriggio di venerdì 3 gennaio – Ats Bergamo e assessorato alla Sanità di Regione Lombardia hanno disposto un’indagine a campione tra la popolazione con tamponi salivali. È stato deciso di effettuare 200 prelievi su una popolazione di settemila persone».

«Smentisco categoricamente che siano stati effettuati test con “tamponi salivari” negli ambulatori di Villongo e Sarnico. Regione Lombardia non ha avviato ricerche di portatori sani di meningococco nel territorio interessato dai casi. Tale indagine non ha efficacia per contenere l’infezione; unico intervento utile per prevenire i casi è la vaccinazione di cui è in corso la campagna straordinaria» ha affermato però in serata l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, in merito alla notizia sui casi di infezione da meningococco che hanno interessato un’area territoriale della Lombardia.

«Non siamo davanti ad un’emergenza. Non ci sono i numeri e abbiamo gli strumenti per prevenire» ha dichiarato però il direttore sanitario degli Spedali Civili di Brescia Camillo Rossi, che ha seguito i quattro casi, e due decessi, di meningite nell’ultimo mese. Casi che hanno colpito persone, tre donne e un uomo, residenti nella stessa zona tra la provincia di Brescia e quella di Bergamo.

«Se anche quest’ultimo episodio sarà dovuto a Meningococco di tipo C come sembra, i quattro casi saranno uguali, con un esordio della sepsi acutissimo e il coinvolgimento di molti organi», spiega Rossi. Prima di Marzia Colosio, ad inizio dicembre era morta la 19enne Veronica Cadei, residente a Villongo (Bergamo) e nelle settimane successive erano stati ricoverati una ragazza di 16 anni ed un trentenne.

«Quest’ultimo - assicura il direttore sanitario - è in via di dimissioni e ora si trova in reparto. Dove si è riusciti ad intervenire abbiamo salvato il paziente ma, come sempre, la situazione dipende sempre da come il corpo reagisce alle terapie». Rossi intende però lanciare un messaggio per tranquillizzare i residenti nella zona tra la sponda bresciana e quella bergamasca del lago di Iseo. «I quattro casi hanno in comune la residenza e il tipo di meningite. Nessun altro elemento. Si sta agendo per prevenire un’epidemia che oggi comunque non c’è.

Capisco la preoccupazione, ma alle popolazioni di quella specifica zona del Lago di Iseo dico di rivolgersi ai centri medici indicati e farsi vaccinare perché la vaccinazione, in generale e non solo in questi casi, è uno strumento che riduce la circolazione di virus e batteri. A tal proposito - aggiunge Rossi - voglio ringraziare tutti i colleghi che in questi giorni e in questo periodo si sono messi a disposizione». Il direttore sanitario poi conferma l’ipotesi alla quale stanno lavorando Ats di Bergamo e Assessorato lombardo alla Sanità.

«Visto che stiamo parlando di una zona specifica é corretto pensare ad un portatore sano di Meningococco C». Guardando ai numeri degli ultimi cinque anni a livello di regione Lombardia i casi di meningite sono in linea. Lo conferma anche il dottor Camillo Rossi: «37 nel 2015, 43 nel 2016, 34 nel 2017, 34 nel 2018 e 36 nel 2019 ricordando che non c’è solo il Meningococco di tipo C».

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