Montelungo avanti tutta
«L’ex caserma vale 4 milioni di euro»

Un altro decisivo passo avanti per il recupero della caserma Montelungo, destinata a diventare la principale residenza universitaria della città. L’agenzia del territorio ha stabilito il valore dell’edificio abbandonato nel 1998: 3,9 milioni di euro che verranno versati nelle casse del Comune di Bergamo dall’università.

L’accordo iniziale comporta anche un preciso impegno economico da parte dell’amministrazione, chiamata a versare 2,5 milioni per la realizzazione del centro universitario sportivo. «Il cronoprogramma prosegue secondo i passaggi che erano stati indicati nel protocollo sottoscritto nel marzo 2015. – spiega l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini – Dopo la conclusione del Concorso internazionale, altro importante passaggio era la definizione del valore della sola Montelungo insieme all’Agenzia del Territorio per definire le modalità del suo trasferimento e in questo modo attuare il progetto per la sua riqualificazione. I lavori proseguono celermente per arrivare alla firma dell’accordo e sancire così definitivamente tutti gli obiettivi positivi che avevamo individuato con gli altri sottoscrittori nel marzo scorso».

L’Università degli Studi di Bergamo potrà ora decidere come acquisire, in accordo con il protocollo già sottoscritto, la ex Caserma, ovvero attraverso un acquisto immediato, una concessione a scomputo del canone di locazione o attraverso il conferimento a un fondo. «Prosegue la rinascita di due ambiti urbani significativi della città – sottolinea l’Assessore all’Urbanistica Stefano Zenoni - da un lato Santa Lucia con l’operazione di Largo Barozzi-Accademia Guardia di Finanza e gli interventi previsti in quella zona; dall’altro il polo della Cultura, dello Sport e del Tempo Libero con l’operazione Montelungo e la conferma dello stadio in città, per il quale si è avviato il percorso di variante che porterà nei prossimi mesi alla definizione del bando di vendita».

La nuova Montelungo è stata pensata dallo studio Barozzi/Veiga, vincitore del concorso internazionale promosso dal Comune di Bergamo. Ospiterà studentati e strutture sportive per l’università, gli spazi pubblici, residenze e locali commerciali, oltre ad integrarsi con gli spazi pubblici già esistenti attraverso servizi, piazze, parchi ed altri spazi aperti. L’area da sviluppare, di proprietà del fondo Fiv gestito da Cdp Investimenti Sgr (gruppo Cassa depositi e prestiti), che l’ha acquisita dall’Agenzia del demanio, è situata nella zona centrale della città circondata da importanti strutture storiche, architettoniche, sportive e culturali: il borgo Pignolo, i parchi Marenzi e Suardi, la Torre del Galgario e il sistema delle antiche Muraine, il Palazzetto dello Sport e lo Stadio, l’Accademia Carrara, la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea, non lontano dai plessi universitari di via Pignolo e dell’ex convento di Sant’Agostino.

Come riporta il sito del Progetto Montelungo, sulla base della cartografia storica è possibile datare la costruzione delle parti originarie del complesso militare agli ultimi anni del XIX secolo. Nel 1896 il sito viene infatti deputato ad accogliere la Caserma Umberto I.

Il progetto è dovuto al generale-ingegnere Giovanni Battista Marieni (1858-1933), già autore della trasformazione in caserma del Convento di Sant’Agostino. All’epoca della realizzazione le due caserme, denominate Montelungo e Colleoni, costituivano insieme la caserma «Umberto I». All’epoca della realizzazione le due caserme, denominate Montelungo e Colleoni, costituivano insieme la caserma «Umberto I».

Una mappa dell’Archivio di Stato di Bergamo del 1843 indica il complesso della caserma con il nome S. Giovanni, sostituito dopo l’Unità di Italia con quello di «Umberto I», quindi “68° «Fanteria», poi «Legnano» e infine «Montelungo». Tra i fatti storici, si ricorda che nella caserma Umberto I prestò servizio militare nel 1901 il giovane Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII. Nel 1944 qui furono raccolti, prima della deportazione nel campo di concentramento di Mauthausen, oltre cinquecento operai, la maggior parte dei quali avevano partecipato allo sciopero generale di Sesto San Giovanni dell’inizio di marzo.

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