Cellula della ’Ndrangheta a Bergamo
L’inchiesta nata da un incendio a Seriate

Dalle prime ore di lunedì 11 marzo i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Bergamo stanno dando esecuzione a 19 provvedimenti cautelari emessi nei confronti di presunti appartenenti a un’organizzazione criminale: le indagine partite da un rogo ai danni di un’azienda di trasporti di Seriate.

Gli arresti, informano gli investigatori, sono in corso contestualmente in diverse località delle regioni Lombardia e Calabria. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Brescia, su estorsioni, danneggiamenti a mezzo incendio e riciclaggio.

«Da questa inchiesta emerge la presenza di una cellula della ’ndrangheta che operava stabilmente nelle province di Bergamo e Brescia». Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho presente a Brescia per presentare i dettagli di un’inchiesta della Dda di Brescia che ha portato all’arresto di 19 persone tra Lombardia e Calabria.

L’indagine è nata dall’incendio di un capannone di una società di autotrasporti di Seriate. «Questa cellula offriva servizi alle aziende», ha detto il procuratore nazionale antimafia. Il gruppo agiva nel settore del trasporto ortofrutticolo. Gli investigatori hanno scoperto che l’azienda era in concorrenza con un’analoga società gestita, di fatto, da un pregiudicato calabrese.

Le due imprese svolgevano attività di trasporto per conto di una terza società operante nel settore ortofrutticolo che, nel gennaio 2016, decideva di ridefinire i propri rapporti commerciali affidando tutto il pacchetto lavori a un’unica impresa di trasporti. Per raggiungere tale obiettivo quest’ultima impresa interessava le aziende che fino a quel momento avevano operato per conto di essa chiedendo a ciascuna un preventivo per affidare alla migliore offerente l’intera gestione del trasporto merci.

Nel corso delle indagini i carabinieri hanno registrato una serie di conversazioni da cui si evinceva il coinvolgimento di soggetti di origine calabrese, giunti a Bergamo proprio per favorire uno dei due imprenditori nell’aggiudicazione dell’appalto. I calabresi risultavano entrambi vicini alla ’ndrina dei De Stefano.

I carabinieri del Ros, indagando, hanno scoperto che uno di questi due soggetti svolgeva un’attività di «recupero crediti» per conto di un’altra società bergamasca operante nel settore dell’ortofrutta, in particolar modo gestendo i rapporti con i due fratelli titolari. Inoltre, hanno accertato come Caminiti, muovendosi tra la Calabria e la Lombardia, insieme ad altri indagati, fosse referente di un clan ’ndranghetista, dedito non solo all’attività di recupero crediti ma anche alle estorsioni.

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