Nei condomini assemblee sospese
«Servizi a rischio, servono incontri online»

A causa dell’epidemia in corso di coronavirus da più di un mese non possono essere convocate le assemblee condominiali.

«Un problema da poco» verrebbe da dire. Non è proprio così. Sono decine di migliaia le persone che nella Bergamasca vivono in un condominio o hanno un negozio in un complesso condominiale. E molti di loro «potrebbero essere costretti a subire la sospensione di servizi comuni essenziali» come corrente e acqua.

A lanciare l’allarme è Vincenzo Vecchio, direttore Centro studi nazionale Abiconf (Amministratori beni immobiliari di Confcommercio). Questo è il periodo in cui solitamente gli amministratori condominiali convocano le assemblee condominiale per l’approvazione del preventivo delle spese occorrenti durante l’anno e alla relativa ripartizione tra i condomini. In molti però non lo stanno facendo proprio per il divieto in essere di qualsiasi tipo di assembramento. Da ciò nasce il problema.

«La mancata approvazione del bilancio preventivo e del riparto - spiega Vecchio - priva l’amministratore e quindi il condominio della possibilità di perseguire i morosi per acquisire le risorse necessarie alla erogazione dei servizi comuni utilizzando lo strumento del decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo».

In pratica, senza bilancio preventivo, la legge non fornisce agli amministratori condominiali gli strumenti giuridici necessari per recuperare ai morosi i soldi dovuti per le spese condominiali. Morosi che, sostiene ancora Vecchio, stanno aumentando in maniera preoccupante a causa delle difficoltà economiche create dal coronavirus. E che, a suo avviso, continueranno ad aumentare ancora. «Il fatto più odioso - evidenzia - è che c’è anche chi se ne sta approfittando della situazione in corso, decidendo di non far fronte alle spese condominiali anche se ne avrebbe la possibilità». Come superare quindi l’impossibilità di convocare al momento le assemblee condominiali? La risposta è svolgerle in modo telematico, possibilità al momento non contemplata dal codice civile ma che per Vecchio può essere adottata senza problemi: «La giurisprudenza alle società di capitali - spiega ancora il direttore Centro studi nazionale Abiconf - consente l’intervento e l’espressione del voto all’assemblea dei soci mediante mezzi di telecomunicazione. E stiamo parlando di società miliardarie. Perché non consentire questa modalità anche ai condomini con bilanci da poche decine di migliaia di euro?».

Modalità che per Vecchio potrà essere adottata anche dopo che la pandemia di coronavirus sarà conclusa: «Si deve tenere presente - conclude - che in quel momento, soprattutto gli anziani, difficilmente parteciperanno alle assemblee condominiali con serenità e preferiranno, per ragioni comprensibili, di disertarle. Inoltre, se anche dopo permanesse l’obbligo di rispettare le prescrizioni sulla distanza tra le persone in sede di riunioni, gli amministratori condominiali si troverebbero di fronte il problema di reperire sale di idonea grandezza e adeguate dal punto di vista sanitario ad assicurare comunque un corretto ricambio dell’aria. Con l’assemblea telematica potremmo risolvere entrambi questi problemi».

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