Nuova legge contro il caporalato
Fino 8 anni a chi sfrutta il lavoro

È una risposta dura al caporalato, lo sfruttamento dei lavoratori in condizioni disumane da parte di intermediari senza scrupolo, quella che giunge con la nuova legge approvata alla Camera.

Arriva al traguardo una legge che prevede innanzitutto pene più severe: d’ora in poi saranno sanzionabili, anche con la confisca dei beni, non solo gli intermediari illegali ma anche i datori di lavoro consapevoli dell’origine dello sfruttamento.

La nuova legge estende la sanzione penale anche al datore di lavoro che utilizza, assume o impiega manodopera sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno. Sono state inserite, inoltre, disposizioni sulla Rete del lavoro agricolo di qualità e un piano di interventi a sostegno dei lavoratori che svolgono attività stagionale di raccolta dei prodotti agricoli. Per la prima volta si estendono le misure del Fondo antitratta anche alle vittime del delitto di caporalato equiparando condizioni di grave sfruttamento che sino ad oggi apparivano appartenere a «mondi diversì». Si stabiliscono, inoltre, la confisca dei beni come avviene con le organizzazioni criminali mafiose, l’arresto in flagranza, l’estensione della responsabilità degli enti.

Saranno previsti fino a sei anni di carcere, che possono diventare otto in caso di violenza o minaccia per chi commette il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Nel disegno di legge si apprende come «il reato è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato, chiunque recluta manodopera per destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori e chi utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante l’attività di intermediazione di caporali, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno».

«Un provvedimento positivo nella parte in cui si rafforzano le norme penali di contrasto al fenomeno del caporalato, attraverso l’introduzione di nuovi strumenti come la confisca dei beni e l’arresto in flagranza. Ora però molta attenzione va posta sull’applicazione delle disposizioni, su cui resta alta la nostra preoccupazione» commenta Agrinsieme.

Un risultato storico, una bella pagina di civiltà e di giustizia, un colpo deciso all’illegalità: «Con questa legge, frutto di un positivo impegno comune di Governo e Parlamento - sottolinea il ministro del Lavoro Giuliano Poletti - diamo finalmente una risposta forte ad un fenomeno inaccettabile per un paese civile, difendendo i diritti di migliaia di lavoratori costretti a subire un brutale sfruttamento. Gli strumenti che vengono attivati - aggiunge il ministro - dal rafforzamento delle procedure di contrasto sul piano civile e penale, dalla confisca dei patrimoni all’intensificazione dei controlli, ci mettono in condizione di condurre in modo più efficace la battaglia contro chi adotta comportamenti illegali, ledendo i diritti di chi lavora e facendo concorrenza sleale alle aziende regolari. Per sconfiggere il caporalato c’è ancora della strada da fare -conclude Poletti - ma con questa legge abbiamo preso la direzione giusta per continuare ad assicurare, giorno per giorno, un impegno comune per la legalità e la dignità del lavoro».

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