Oltre duemila alla marcia: «Servire la pace con il cuore» - Il video

Oltre duemila le persone che mercoledì sera hanno camminato insieme per la pace, partendo dal Patronato San Vincenzo per raggiungere Piazza Vecchia in Città Alta.

Oltre duemila le persone che mercoledì sera (2 marzo) hanno camminato insieme per la pace, partendo dal Patronato San Vincenzo per raggiungere Piazza Vecchia in Città Alta, aderendo all’iniziativa promossa da Agesci e Cngei, le due principali associazioni scout presenti in Italia e in provincia di Bergamo, con il sostegno della Rete per la pace e il Coordinamento provinciale bergamasco enti locali per la Pace e i Diritti Umani. Giovani e meno giovani hanno attraversato la città, con un lungo e silenzioso corteo interrotto solo da letture, riflessioni e canti. La richiesta solo una: la pace da perseguire con gesti concreti nella vita quotidiana, scegliendo sempre la non violenza .

Guarda il video con le interviste di Yuri Colleoni:

Ad accogliere i giovani sulla soglia della cattedrale il vescovo Francesco Beschi, che ha deciso, visto il gran numero di partecipanti, di parlare all’esterno della chiesa, rivolgendosi a una piazza gremita . Sulla scalinata i giovani scout tenevano in mano la bandiera con la scritta «Pace», accanto quella ucraina.

«In questa bella piazza desidero portarvi il mio saluto – ha detto il vescovo parlando ai presenti -, condividendo i sentimenti che mi attraversano. Poche ore fa ero con don Vasyl, che guida la comunità ucraina in Bergamo. Stavamo parlando, quando è arrivato un messaggio che comunicava la morte sotto un bombardamento di una mamma che solo il giorno prima aveva dato alla luce due gemelline. Ed ancora don Vasyl diceva come la comunità ucraina è grata a tutti noi non solo per quello che facciamo, ma per il cuore con cui stiamo portando aiuto sia in Ucraina che qui . L’accoglienza non è solo organizzazione, ma anche intelligenza e cuore al servizio delle persone e della pace».

Ed ancora il vescovo ha riportato la preoccupazione degli ucraini per la cattedrale di Kiev, circondata dalle forze militari russe, stretta in un abbraccio di morte: «Non so cosa succederà, ma vedendovi qui ho pensato come le scelte degli uomini diventino decisive. Stasera state abbracciando la nostra cattedrale, un abbraccio impegnativo che spinge a chiedersi che prezzo si è disposti a pagare per la pace».

Il vescovo ha concluso ricordando Papa Giovanni XXIII, che si è sempre impegnato per la pace, permettendo di superare anche la crisi che stava portando nel ’62 il mondo sull’orlo della 3ª guerra mondiale .

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