Omicidio di Affori, la figlia si difende
«Non c’erano motivi, rapporto d’affetto»

Commerciante ucciso a Milano: la sentenza attesa a Milano per il 29 gennaio. Nel 2013 vittima di un agguato a Piazzatorre.

«Simona Pozzi non avrebbe ricavato alcun vantaggio economico dall’uccisione del padre. Peraltro tra i due c’era un rapporto di affetto, testimoniato anche dal fatto che andavano a pranzo insieme tutti i giorni. Hanno avuto qualche litigio, ma come accade in tutte le famiglie». Con queste parole hanno riassunto la tesi difensiva esposta venerdì 8 gennaio in aula, gli avvocati Filippo Carimati e Franco Silva, i legali di Simona Pozzi,la 47enne a processo in abbreviato con l’accusa di essere la mandante dell’omicidio del padre commerciante di scarpe Maurizio Pozzi, 69 anni, ucciso nel suo appartamento milanese di via Carli (zona Affori), il 5 febbraio 2016.

La donna, che oggi era presente in aula, è accusata anche di avere già provato, tre anni prima, ad ammazzare il genitore, che fu preso a bastonate nel posteggio della sua casa a Piazzatorre, nel settembre 2013. Per questo episodio è già stato condannato a Bergamo, per tentato omicidio, Pasquale Tallarico, pregiudicato milanese che si era auto accusato, indicando Pozzi come mandante. La sentenza del gup di Milano Alessandra Del Corvo è attesa per il prossimo 29 gennaio.

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