Parla Deborha, la sorella di Marisa
«Aveva il coltello con sè, da subito»

Arjoun è accusato di omicidio aggravato e tentato omicidio, ma le aggravanti non comprendono la premeditazione. Ma le parole di Deborha cambiano lo scenario.

Quando, come e perché Ezzeddine Arjoun abbia estratto il coltello e colpito la moglie Marisa Sartori, uccidendola, e ferito la cognata Debohra, resta la chiave di volta dell’indagine sull’omicidio di Curno, per il quale Arjoun, reo-confesso, è in carcere dalla notte tra il 2 e il 3 febbraio.

Per ora Arjoun è accusato di omicidio aggravato e tentato omicidio, ma le aggravanti non comprendono la premeditazione: la pianificazione dell’omicidio, allo stato, non viene contestata. Nelle ultime ore è emerso però un dettaglio che potrebbe contribuire a cambiare lo scenario. La questione è il coltello. Arjoun ha detto agli inquirenti di averlo trovato sopra un bidone nel locale immondizia accanto al garage del condominio di via IV Novembre, negando di esserselo portato da casa. Le dichiarazioni di Debohra, però, sarebbero di segno opposto. La sorella di Marisa non avrebbe ricordo dell’andirivieni di Ezzeddine dal garage al bidone della spazzatura per afferrare il coltello e colpire, ma avrebbe visto Arjoun aggredire subito. L’ipotesi di una pianificazione del delitto tornerebbe così a prendere forza.

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