Primi indagati per l’emergenza Covid-19
Segnalati anche governo e Regione

Tante le denunce di parenti delle vittime, personale sanitario e associazioni di consumatori. Indagini in 4 procure del distretto di Brescia.

Ci sono anche fascicoli a Modello 21, quindi con degli indagati, nelle varie Procure del Distretto di Corte d’appello di Brescia. Il Pg Guido Rispoli ha spiegato in un incontro con la stampa nella mattinata di venerdì 22 maggio che i fascicoli sono «eterogenei» (vi sono anche quelli contro ignoti, quelli relativi a fatti non costituenti notizie di reato e quelli riguardanti esposti anonimi) e ciò dipende dalle «modalità di formulazione delle “notizie”» pervenute alle Procure: denunce specifiche, esposti e segnalazioni di natura generica. Rispoli ha ricordato che l’iscrizione nel Registro degli indagati «non comporta in alcun modo una valutazione di responsabilità della persona iscritta che si compie solo alla fine delle indagini». Fascicoli con indagati non vi sarebbero a Brescia, ma in altre Procure del distretto che comprende le procure di Cremona, Bergamo e Mantova.

Nelle numerose denunce presentate alle Procure del distretto di Corte d’appello di Brescia (che comprende anche le procure di Cremona, Bergamo e Mantova) sull’emergenza Covid sono segnalati anche «rappresentanti del governo e della Regione». Questi ultimi in riferimento alle delibere dell’8 marzo 2020 con cui si chiedeva alle Rsa di istituire dei reparti Covid-19 e alla mancata istituzione della «zona rossa» nei comuni di Alzano Lombardo e di Nembro. A spiegarlo è stato il pg di Brescia Guido Rispoli in un incontro con la stampa. Durante la conferenza stampa il magistrato ha fatto il punto sulle indagini e sulla loro complessità. Rispoli ha tra l’altro sottolineato che altre denunce riguardano «organi di gestione» di Ospedali e Rsa e «personale sanitario e infermieristico a vari livelli».

Tra le persone che hanno presentato denunce alle Procure del distretto di Corte d’appello di Brescia per le conseguenze della diffusione del coronavirus - ha spiegato Il pg di Brescia Guido Rispoli - parenti di deceduti, persone che si sono infettate fuori dagli ospedali e che lamentano «l’omissione il ritardo ovvero l’erroneità delle cure prestate», poi persone che invece si sono infettate negli ospedali e in Rsa dove si trovavano per ragioni di lavoro (personale delle pulizie) o a trovare parenti e che lamentano «l’omessa adozione delle necessarie adozione delle necessarie cautele preventive». Così è anche per medici e infermieri delle strutture che affermano di aver contratto l’infezione «nell’esercizio a causa delle loro funzioni e per mancanza di presidi preventivi». Vi sono poi le segnalazioni dell Inail «che riconduce l’evento lesivo derivante dall’infezione da Codiv 19 alla categoria degli infortuni sul lavoro» e quelle del Nas dei carabinieri che, nei giorno scorsi ha effettuato «una vasta indagine di tipo ispettivo nei confronti di una gran numero di Rsa presenti su territorio bresciano». Vi sono infine quelle di alcune associazioni di consumatori.

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