Processo Bossetti, battaglia sui testimoni
Il pm Ruggeri: «Molti sono irrilevanti»

Il processo a Massimo Giuseppe Bossetti, presunto omicida di Yara Gambirasio, entra nella fase della battaglia per i testimoni.

La difesa vorrebbe chiamare in aula persone che la sera del 26 novembre 2010 erano nella zona del centro sportivo di Brembate Sopra. Si tratta di tante persone, già chiamate dagli inquirenti a fornire informazioni sui fatti di quella sera. Il pubblico ministero Letizia Ruggeri ha deciso di opporsi alla richiesta della difesa perché, secondo l’accusa, «testimoni chiamati a deporre su circostanze irrilevanti e indeterminate. Saremo chiamati a sentire una serie di persone che non hanno visto e ci potranno rispondere solo con “non ricordo e non so”. Possono rientrare nella categoria dell’indifferenza. Non ce n’è uno che sia pertinente con l’oggetto dell’imputazione. Chiedo che non siano ammessi».

Anche Enrico Pelillo, avvocato della famiglia Gambirasio, sottolinea che i testimoni ascoltati anche nella giornata di mercoledì 30 non hanno portato contributi rilevanti. L’avvocato Paolo Camporini, difensore di Bossetti, è invece convinto della lista presentata. I legali dell’accusato vogliono chiamare i ragazzi che si trovavano spesso dietro alla palestra, alcuni testimoni che hanno assistito a un litigio tra una ragazza e altre persone Chignolo d’Isola il 26 novembre 2010 alle 19.10, i genitori e il fratello di Silvia Brena (insegnante di ginnastica artistica) e anche il criminologo Alessandro Meluzzi. I giudici si sono riservati di decidere quanti e quali testimoni saranno ammessi.

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