Profughi ucraini: «Nessun problema di sanità pubblica, neppure per il Covid»

I dati Dall’Ats rendono noto che tra gli ucraini arrivati a Bergamo in queste settimane solo due sono risultati positivi al Covid.

La macchina organizzativa della sanità territoriale per l’assistenza ai profughi ucraini sta lavorando a pieno regime dalla scorsa settimana coordinata dall’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo. Sabato 13 marzo sono stati effettuati 49 tamponi, con un solo positivo gestito con isolamento domiciliare . Nella giornata di lunedì i tamponi sono stati 91, nessun positivo . Si tratta dei primi numeri disponibili che si sommano a quelli già consolidati dai Comuni e dalla Prefettura, istituzione con cui Ats Bergamo è costantemente in contatto e che costituisce il punto di riferimento per i diversi attori coinvolti. Tutti i dati sono in continua trasformazione e variano sulla base degli ucraini che si iscrivono attraverso il link e/o che si presentano al centro tamponi

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Oltre ai tamponi con accesso libero, Ats garantisce con le Asst circa 250 visite alla settimana, che possono essere incrementate secondo le necessità che si presenteranno.

Alle 11 di lunedì 14 marzo, le persone che si sono iscritte attraverso il portale sorveglianza profughi risultavano 201. Il 41% è rappresentato da bambini fino a 14 anni (83) e il 44% da adulti (88 tra i 20- 64 anni). Pochissimi i giovani (8%) e ancor meno gli anziani 6%. Si tratta prevalentemente di donne e bambini che insieme costituiscono il 94% degli iscritti. 125 dichiarano di aver eseguito il tampone al momento dell’iscrizione: solo 2 di questi hanno avuto esito positivo .

Distribuzione territoriale

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale il 47 % degli iscritti è ubicato nella parte Ovest della Provincia, il 25% nella parte Est e il 28 % nell’area territoriale riferita a Bergamo e Valli Imagna e Brembana.

Dove sono ospitati

177 ucraini (88%) hanno trovato dimora presso case private e 24 ucraini (12%) sono presso appartamenti messi a disposizione dalla Parrocchie o dai Comuni.

La situazione sanitaria

«Stante la situazione attuale non ravvediamo grosse problematiche né relative alla salute dei profughi che vengono visitati né relative a problemi di sanità pubblica . Stiamo osservando un basso tasso di positività al Covid-19 e, in ogni caso, i soggetti non vaccinati o che non siano in grado di produrre documentazione attestante l’avvenuta vaccinazione vengono invitati a effettuare la vaccinazione anti Coronavirus – spiega il dottor Oliviero Rinaldi, direttore del dipartimento di Prevenzione sanitaria di Ats Bergamo – .

«Non ravvediamo grosse problematiche né relative alla salute dei profughi che vengono visitati, né relative a problemi di sanità pubblica»

Lo stato di salute all’arrivo appare buono, anche in quanto si tratta per la maggior parte di ricongiungimenti rispetto a cittadini ucraini già residenti nella Bergamasca. Tutti i soggetti che si presentano presso Ats per la visita di screening con tampone anti Covid-19 ricevono anche un’anamnesi vaccinale, i cui relativi adempimenti – necessari per l’inserimento in comunità – sono di competenza delle Asst con cui è in atto un’ottima collaborazione. Altra cosa sarà verificare la situazione di profughi che potrebbero arrivare attraverso corridoi umanitari e che, quindi, potrebbero aver visto da vicino la guerra: in questo caso la situazione sarà da rivalutare ».

Punto tampone, registrazione e visita medica

L’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo ricorda che per l’assistenza sanitaria è necessario che il cittadino ucraino, anche per il tramite della famiglia ospitante, dei Comuni, degli Ambiti Territoriali, compili il form reperibile al seguente link: https://sorveglianzacovid.ats-bg.it/?q=emergenza_profughi_registrazione condiviso tra Ats e Prefettura, accessibile anche dall’home page del sito istituzionale di Ats Bergamo.

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