«Pronto soccorso al collasso»
La lettera al presidente Mattarella

L’appello sottoscritto da 200 direttori di Pronto soccorso: la firma anche di Roberto Cosentini per l’ospedale Papa Giovanni XXIII.

Da nord a sud, i Pronto soccorso «sono a rischio chiusura». La denuncia è di Francesco Rocco Pugliese, presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu). Sottoscrive anche Roberto Cosentini, direttore del Centro emergenza alta specializzazione dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, in questa occasione in qualità di membro Simeu. E come lui, anche altri 200 direttori di Pronto soccorso d’Italia che nei giorni scorsi hanno prodotto e firmato un documento indirizzato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al ministro della Salute, Roberto Speranza. Testo che denuncia le difficoltà dei Pronto soccorso, ma lancia anche delle proposte.

«La situazione è generale, sono problemi che avvertiamo tutti, a tutte le latitudini – sottolinea Cosentini, oggi membro della Società italiana di medicina di emergenza urgenza, in precedenza consigliere e responsabile della formazione – per questa ragione abbiamo deciso di rivolgerci ai decisori centrali. La contrattazione regionale non può bastare, è necessario un ulteriore scatto». Perché le proposte prevedono il coinvolgimento a livello centrale per risolvere la carenza d’organico. I medici mancanti, infatti, sono ormai oltre 2.000 e non riescono a coprire tutti i turni. La proposta contenuta nel documento, che potrebbe «tamponare i prossimi anni», è l’introduzione dell’ospedale d’insegnamento: ovvero, come spiegato nel documento, si prevede l’assunzione temporanea nei Pronto soccorso di medici non specialisti, anche neo-laureati, o con una specializzazione diversa, da iscrivere contestualmente in sovrannumero alle scuole di specializzazione di Medicina di emergenza.

La loro formazione avverrebbe per la parte pratica nei dipartimenti d’emergenza, integrata poi dalla formazione teorica nelle sedi universitarie. «Si tratta di un punto cardine della nostra proposta – prosegue Cosentini – perché il problema d’organico è sentito in tutta Italia ed è urgente. Il fatto di non aver personale a sufficienza può lasciare spazio a soluzioni improvvisate e questa non è la risposta ottimale per i cittadini. È vero che c’è stato un notevole incremento di borse di studio per gli specializzandi, ma arriveranno tra 4 o 5 anni, a seconda della reale applicazione del decreto Calabria». L’ospedale dell’insegnamento consentirebbe di avere «dei nuovi medici in organico, in tempi a tempi rapidi».

Con l’applicazione del decreto Calabria «gli specializzandi del quarto anno entrerebbero nel mondo del lavoro, lasciando del tempo libero per la formazione». Secondo il direttore del Ps del Papa Giovanni e agli altri suoi colleghi della Simeu, poi, «è necessario rivedere l’organizzazione interna dell’ospedale – spiega Cosentini citando il documento - per far fronte al problema del sovraffollamento. Deve esserci un miglior sistema di sincronizzazione tra pronto soccorso e ospedale. Quest’ultimo, secondo la nostra proposta, per esempio, dovrebbe fornire una lista giornaliera predefinita con i posti liberi per i malati in attesa di ricovero, elaborata sulla base di esigenze storiche. Ciò consentirebbe di affrontare alla radice il problema del sovraffollamento, liberando risorse del Pronto soccorso».

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