Redona dice addio al «Brito»
«Eri originale, buono e soprattutto libero»

Chiesa gremita lunedì 13 gennaio per l’addio a Fulvio Cantini conosciuto come Brito, morto venerdì 10 gennaio a 59 anni. Ha lasciato in tutti quelli che ha incontrato un segno di bontà, di fanciullezza e libertà.

La chiesa gremita non stupisce chi conosceva Fulvio Cantini, il Brito, perchè nel quartiere lui era un’istituzione. Sin dagli anni ’70 la sua presenza non poteva passare inosservata. Era sempre nelle strade del quartiere, a bordo del suo motorino o seduto su qualche scalinata a parlare con i ragazzi. Personaggio «originale», eccentrico mai violento, anzi buono e gentile con chiunque. Era amico di tutti perchè la sua simpatia si esprimeva attraverso sorrisi e battute. Il suo modo di vedere la realtà era particolare e illuminante, i suoi neologismi e modi di dire sono entrati a pieno titolo nel gergo dei ragazzi del quartiere di tutte le generazioni.

Come ha detto don Gianangelo Ravizza, parroco di Redona, nell’omelia: «Era capace di raccogliere attorno a sé l’affetto e la simpatia della gente, per il suo modo di porsi, per la sua gentilezza, per la semplicità del suo proporsi, per la sua arguzia,soprattutto per la libertà del suo porsi, fino al limite del vivibile. In molti di noi lo ricordano per i suoi saluti arguti e ironici insieme, per i suoi detti proverbiali, per le sue battute originali e sarcastiche ma anche per la sua testardaggine e il suo stile che non accettava consuetudini e limitazioni e soprattutto interferenze negli spazi che si era ritagliato per sé. Allergico a ogni forma di regolamentazione e di chiusura. A pensarci bene forse la sua amabilità originava dal suo essere disarmato e tutto sommato timido pur nella sua estrosità, da quell’essere bambino e fragile, fanciullo e giullare. Capace di mostrare quel lato bambinesco che ciascuno di noi porta dentro di sè. Forse chi lo incontrava aveva la possibilità di riconoscere in lui tratti di sé».

Alcuni ragazzi del quartiere hanno voluto «scortare» per l’ultima volta in moto il feretro dal Centro don Orione sino alla Chiesa, come omaggio a lui che da sempre accompagnava i ragazzi nel tragitto casa scuola. Centinaia gli attestati di affetto su internet e sul gruppo Facebook «Sei di Redona se...» ma anche con striscioni appesi sulla facciata del Polo Civico: «Hai preferito spezzarti le ali, invece che vivere nella gabbia delle consuetudini. Un raro esempio di vita. Brito storia redonese». Sulle scalinate dove era solito sedersi sono stati appoggiati dei fiori, un casco, una sua fotografia, gli inseparabili pacchetti di Fisherman e una bottiglia di Cola, oggetti simbolo del suo personaggio che rimarrà indelebile nel cuore di molti.

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